Cerca

Banner 1
logo
Banner 2
THE BOOKSTORECARTA CANTA
Senza dimenticare Franco Lucentini
Carlo Fruttero
REFLECTIONS
all THE BOOKSTORE
13/10/2017
Carlo Fruttero
Senza dimenticare Franco Lucentini
Spesso mi capita, da cacciatore di libri, di sfogliare copie di libri che già possiedo; anche in doppia copia magari perché alla prima edizione si arriva dopo. Lo faccio per la “ditta F&L” perché potrebbe capitare una dedica spiritosa.
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

Avevo imbastito quel post domenica 8 gennaio 2012.

Come accade anche in altri casi, dalla bozza al testo definitivo passa del tempo.

Lascio immutato il post sottostante e aggiungo un paio di cose.

Di alcuni libri di Carlo Fruttero e Franco Lucentini esistono solo prime edizioni, quindi attenzione ai prezzi che dovessero proporvi[1].

Ciò posto, la prima edizione de L’idraulico non verrà è rara; quella de La donna della domenica non è comune.

Spesso mi capita, da cacciatore di libri, di sfogliare copie di libri che già possiedo; anche in doppia copia magari perché alla prima edizione si arriva dopo. Lo faccio per la “ditta F&L” perché potrebbe capitare una dedica spiritosa.

Ricordo di aver partecipato a quel sondaggio de Il Sole 24 Ore per consigliare un autore per un “Meridiano”: sicuramente ho indicato Fruttero e Lucentini.

Per il resto, ritengo che al profano sarà chiaro cosa cercare da quanto trova menzionato qui sotto.

 

Fruttero & Lucentini

Carlo Fruttero & Franco Lucentini: il secondo morto suicida e il primo anagraficamente non giovanissimo superstite del medesimo duo.

Eppure la rilevanza di questi due scrittori rimane intatta.

Conosciuti per un godibilissimo romanzo di cui ormai è impossibile capire la genesi,  La donna della domenica, la loro carriera è sconfinata e come tale suscettibile solamente di personali e incompleti apprezzamenti.

Dati per torinesi ma lo furono solo a metà (sebbene Lucentini si sia suicidato a Torino[2].

Certo piemontesi per luoghi lavorativi e di ambientazione.

Obbligatoria è la “trilogia del cretino”, anche perché chi non la apprezza molto probabilmente è per lo meno rapito dal fascino di detta “categoria umana”.

Su toni e contenuti analoghi il compendio I nottambuli.

Nella narrativa finto leggera si deve menzionare il “seguito”[3] A che punto è la notte.

Mentre altre opere sono un poco meno consistenti, sebbene Enigma in posto di mare abbia un notevole fascino per chi apprezza il degrado generazionale.

Grande merito di F&L è la lievità stilistica capace di celare notevole profondità contenutistica e di istigare nel lettore la voglia di investigare autori e temi.

Mi permettono anche di utilizzare un termine così abusato che nel mio vocabolario è quasi estinto: ironici ma con un retrogusto iconoclasta. Direi anche “molto francesi”, non solo a motivo della moglie di Lucentini.

Diressero l’unico possibile concorrente di Linus: Il Mago; sicuramente avrebbero avuto maggior successo nel sostituire Oreste Del Buono alla direzione del primo.

Un’ultima avvertenza: credo che la lettura di F&L invogli a visitare e conoscere Torino.

Conoscere Torino può essere un fatto positivo, sotto altri profili artistici (o culturali che dire si voglia). Musicalmente soprattutto per Fred Buscaglione e Gigi Restagno. Quanto a Restagno intendo non i rifacimenti delle sue canzoni. L’unico caso in cui Internet mi ha fatto un regalo perché con tenacia si trova la sua “Coriandoli a Natale” nella sua versione. Per correttezza ricordo anche i Rough, di nuovo con la versione originale della loro canzone “Torino è la mia città”.

Le cover - The Spaghetti Incident a parte - e le commemorazioni esasperate mi mettono molto disagio: come si può pensare che il pubblico non voglia ascoltare prima l’artista originale?

Ed allora si realizzi senza ulteriore indugio un album con le registrazioni di Gigi Restagno, orsù!

 

[1] Carmelo Bene già docet.

[2] Di quei suicidi che non hanno niente per cui una persona intelligente possa dolersi. Un altro grande suicida è Mario Monicelli. A Torino si sono suicidati anche altri nomi illustri: ricordo Cesare Pavese ed Emilio Salgari.

[3] De La donna della domenica.