«Io e Georgie boy stavamo provando a scrivere una canzone, era stata una giornata poco produttiva, quando alla nostra demoralizzazione si aggiunge un grosso guaio: il suo Mac svapa, tutto bloccato, Ableton non funziona più. Che sfiga. Giorgio quindi prende un aggeggino della teenage engineering, OP-32, comincia a giocarci; per scherzo comincio a scriverci delle parole, lo scherzo ci piace, ci facciamo prendere dalla cosa. Nel giro di 10 minuti “Sexting King” era scritta.
In “Sexting King" racconto un aspetto della mia personalità che forse con Acaro ho tenuto nascosto fino ad oggi: anche io a volte mi sento sicuro di me, alcune notti mi lascio tutto alle spalle, esagero fino a star male e mi sento invincibile. Nel caso di questa canzone non sono solo l’alcol e le droghe a fare da schermo alla mia timidezza, ma anche uno schermo vero e proprio, quello del mio smartphone. Sono il cazzo di King del sexting! Ed eccomi qui, strafatto nel club, che abbraccio i miei fratelli Ghepardi e intanto, tutto ingrifato, scrivo messaggi sconnessi e sgrammaticati a qualche ragazza, convinto di poter finire la serata con lei.
Ce la faccio, vado da lei, non riesco ad avere un erezione, dormo.»
Acaro è un artista di Bergamo classe ’93.
L’artista cerca di allontanare i mali della sua età raccontandoli.
Decide di firmarsi “Acaro” per la sua allergia all’acaro della polvere, difficoltà con cui incappa fin dai primi anni di vita, ma anche ottima scusa per sfuggire alle pulizie di casa.
Acaro è il racconto di un uomo qualunque, che non ha nulla di cui vantarsi, non ha mai trovato un Pokémon Shiny, non sa suonare la chitarra, spesso ci sono più persone in chiesa che ai suoi concerti. Vuole solo raccontare se stesso, la sua vita, a volte con lucidità, a volte no.
Acaro è la voce dei mediocri, di chi ha fallito, di chi non ha bisogno di vincere per sentirsi vivo.