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REVIEWSLE RECENSIONI
25/07/2019
Bloc Party
Silent Alarm Live
Con la riproposizione live del glorioso Silent Alarm, ritroviamo una band motivata e in palla. Un filotto di canzoni bellissime a cui il tempo non ha tolto un'unghia di smalto.

Un grande disco, talvolta, può essere una maledizione, un fardello talmente pesante per le spalle, da rendere inutile ogni tentativo di replicarne la bellezza. Se si esordisce con una bomba come Silent Alarm (2005), è inevitabile che quello sia il livello qualitativo che la gente si aspetta da una band.

Così, i Bloc Party, nonostante un seguito dignitosissimo (A Weekend In The City del 2007) non sono mai più riusciti a replicare quel suono e quella tensione artistica, finendo poi per perdersi definitivamente con una serie di dischi, che definire brutti sarebbe oltremodo premiante. Loro, a meno che il futuro non riservi delle sorprese, sono e saranno sempre il gruppo di Silent Alarm, capitolo inziale di un percorso che prometteva sfracelli e che invece si è trasformato in una parabola discendente e ben poco gloriosa.

Non è un caso, quindi, che la band capitanata da Kele Okereke torni proprio là, dove tutto è cominciato, nella speranza di rivivere i giorni migliori, sebbene in una dimensione live. Inizialmente annunciato per il 2018, esce invece in questi giorni Silent Alarm Live, disco registrato durante il tour inglese dello scorso anno, allestito per celebrare degnamente i quindici anni dall’uscita di quel capolavoro di post punk revival.

Fatte le dovute premesse, quel che davvero importa è che questo live sia davvero molto bello. La band è in grandissima forma, e la scaletta dell’album, riproposta per intero, ritrova, in questa dimensione, quell’urgenza che la band aveva irrimediabilmente perduto.

La nostalgia è dietro l’angolo, e si sente, ma grazie a Dio, non siamo di fronte a un’operazione di copia e incolla o alla mera replica di un filotto di canzoni strepitose.  

La tensione è vibrante, Okereke canta davvero bene, e il pubblico risponde alla grande con un appassionato singalong e sentita partecipazione a ogni brano. Helicopter, Banquet, She’s Hearing Voices e This Modern Love, solo per citarne alcuni, sono gioielli la cui lucentezza il tempo non ha minimamente offuscato, e riascoltarle, sebbene dal vivo, dopo così tanti anni, induce all’inevitabile groppo in gola. Emozionante.


TAGS: blocparty | new wave | postpunk | recensione | review | silentalarm