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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
11/11/2019
Type O Negative
Slow, Deep And Hard (e oltre)
Steele inaugura i Type O Negative con Slow, Deep And Hard; il disco, un repertorio di spunti per incubi (per dirla con Conrad), è davvero una delle pietre miliari del metal degli anni Novanta
di Vlad Tepes

E se il lato migliore dei Type O Negative (da New York: Kenny Hickey, chitarra; Peter 'Steele' Ratajczyk, voce, basso; Josh Silver, tastiere; Sal Abruscato, batteria, sostituito, nel 1994, da Johnny Kelly) consistesse in una resa?

Dopo l’esperienza con i Fallout e i fasti brutali dei Carnivore (con sublimi follie a metà l’Aryan Nations e l’eccezionalismo della destra americana Male supremacy, Hitler Jesus, Armageddon, Sex and violence), Steele inaugura i Type O Negative con Slow, Deep And Hard; il disco, un repertorio di spunti per incubi (per dirla con Conrad), è davvero una delle pietre miliari del metal degli anni Novanta, in equilibrio fra psicopatia, potenza strumentale e il tappeto tastieristico; tutto questo al netto di alcune madornali scivolate nel kitsch più turgido (lamenti di dannati, torture assortite, rumor cruento di motoseghe, dichiarazioni omicidiali da cornuto), quell’impasto di puerilità e ferocia che, alla lunga, ha schiantato diversi sacerdoti metallici. Non che il kitsch non possieda un certo fascino, ma solo se preso a piccole dosi omeopatiche, per sanamente ingaglioffirsi, come usava fare un nostro antenato comune, Niccolò Machiavelli.

Bloody Kisses già derubrica con cautela quegli assalti sonori: “Black no. 1”, “Christian Woman”, la traccia eponima, “Blood And Fire” sono i brani in cui le melodie si coloriscono, arricchendosi, di toni chiaroscurali e gotici (solo il frontismo di “Kill All The White People” rievoca gli antichi ardori nichilisti e fascisti; nonché alcuni brevi ed evitabili siparietti grand guignol).

I successivi lavori proseguiranno su tale falsariga. Ormai i Type O Negative navigano in pieno stile Sisters Of Mercy grazie anche all’interpretazione catacombale di Steele; la facilità AOR tende agguati mortali, ma prima di cadere vittima i Nostri riescono a donarci, fra le altre cose, “Everyone I Love Is Dead”, “Too Late Frozen” e, soprattutto “Love You To Death”, dove la magniloquenza della ritmica e delle tastiere entrano in simbiosi perfetta con un sorprendente afflato romantico. Un piccolo capolavoro autunnale, sospeso (come sempre) fra Amore e Morte.


TAGS: loudd | metal | SlowDeepAndHard | TypeONegative