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MAKING MOVIESAL CINEMA
Sole Cuore Amore
Daniele Vicari
2016  (Koch Media)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
13/11/2017
Daniele Vicari
Sole Cuore Amore
È quella Roma di provincia che si potrebbe essere stanchi di vedere al cinema, ma che Daniele Vicari fa pulsare di vita vera. Quella fatta di levatacce, di una famiglia che non si vede, di mezze chiacchiere prima di andare a dormire, e ricominciare.

Eli fa la cameriera.
A Roma.
Ma abita a Ostia.
Questo vuol dire sveglia puntata alle 4.20, ritorno a casa per le 22.
In mezzo, tanti cappucci, tanti caffè e crostatine, ma niente figli. Li saluta che ancora dormono, ritorna che già sono a letto.
Un sacrificio necessario se di figli ne hai 4, se tuo marito non trova lavoro.
Vai avanti, passando da un bus a una metro, cercando di non perdere né l'uno né l'altra, di non saltare la fermata, di non perderti.
Anche se già ti stai perdendo una vita.
Vale fa la ballerina.
O meglio la performer.
Di notte, passando da una discoteca all'altra, da una galleria d'arte all'altra.
Questo vuol dire dormire tutto il giorno, ma anche avere a che fare con persone non certo oneste, con datori di lavoro poco raccomandabili.
Sola, in cerca di se stessa, in crisi quando la sua compagna di performance si trasferisce da lei, e la tenta.

Eli e Vale sono amiche.
Da sempre.
Sono sorelle unite dalla danza, ma se la prima l'ha abbandonata per mettere su famiglia, la seconda persiste.
Si incrociano per le scale della stessa palazzina, si danno il cambio, il cinque, con i loro orari incompatibili.
Eli e Vale sono la rappresentazione di quella classe non più media, ma bassa, come lo sono un barista che diventa schiavista per far fronte ai costi della vita, una studentessa universitaria dalla pelle diversa che si mantiene dietro a un bancone, una ballerina che alle violenze purtroppo si abitua.
È quella Roma di provincia che si potrebbe essere stanchi di vedere al cinema, ma che Daniele Vicari fa pulsare di vita vera.
Quella fatta di levatacce, di una famiglia che non si vede, di mezze chiacchiere prima di andare a dormire, e ricominciare.
Le giornate di Eli, tutte uguali, le notti di Vale, sempre diverse, finché una battuta d'arresto, inevitabilmente, accade.

Sole Cuore Amore. Tre parole semplici. Troppo, forse. Parole che fanno sorridere, se si ripensa al tormentone di Valeria Rossi, che fanno invece piangere perché né il sole né l'amore né il cuore li si possono godere, anzi, è proprio quest'ultimo a fregare.
Isabella Ragonese dà alla sua Eli una vitalità e un peso che non hanno pari, e nei momenti in coppia con Francesco Montanari o soprattutto nell'unico vero momento di insieme con l'altra coprotagonista Eva Grieco, commuove per la sua bravura, con quei dialoghi semplici e diretti che aumentano la bellezza, l'immediatezza del tutto.
C'è poi una musica, strumentale, jazz, che pare improvvisata, che accelera i tempi, una fotografia che sa come cambiare, tra performance e colazioni, nudi mai eccessivi, cappotti rossi che si fanno simbolo.
Il film, nel suo ripetere un quotidiano così ripetitivo, poco a poco scava e arriva sottopelle, alza i brividi, senza alzare i toni, senza scadere mai. Arrivando ad un finale difficile da dimenticare, da digerire.
Che sa purtroppo di vita vera.