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MAKING MOVIESAL CINEMA
Spider Man - Far From Home
John Watts
2019  (Warner Bros.)
FANTASTICO FANTASCIENZA
all MAKING MOVIES
08/08/2019
John Watts
Spider Man - Far From Home
Tirando le somme, Far from home è un buon teen movie che si porta sulle spalle l'onere (più che l'onore) di dare una chiusura alla terza fase del Marvel Cinematic Universe, omaggiando i personaggi che lasceranno

Questo secondo episodio dedicato all'amichevole Uomo Ragno di quartiere è diverse cose: è il sequel ufficiale di Homecoming, film che definiva il ritorno  del personaggio in casa Marvel (cinematograficamente parlando) e nel Marvel Cinematic Universe; è un'appendice e una chiusura ai mega eventi che hanno segnato la "fase tre" del grande progetto dei Marvel Studios, un breve addio a diversi dei suoi protagonisti e il primo sguardo verso il prossimo futuro; ma Far from home è soprattutto un teen movie, un film di stampo adolescenziale dove il supereroe non si mangia l'intera storia ma, proprio come accadeva nei fumetti dei 60 realizzati da Stan Lee e Steve Ditko, è elemento ben bilanciato con tutte le altre (dis)avventure del mite studente Peter Parker (Tom Holland). Il senso di colpa radicato nel personaggio cartaceo è qui sostituito dal dolore per la perdita del mentore Tony Stark, di cui Peter è almeno moralmente l'erede, beneficia infatti di parte della sua tecnologia (troppa sinceramente per un eroe che nasce urbano) e affronterà un percorso di crescita grazie a Happy Hogan (Jon Favreau), sodale storico di Tony, ma soprattutto grazie al roccioso Nick Fury (Samuel L. Jackson), un percorso nel quale leggiamo il motto trascurato nel primo episodio da grandi poteri derivano grandi responsabilità (e discreti mal di pancia).

 

Peter ha un suo piano, che non è quello di salvare il mondo, prendere a calci il cattivo di turno, diventare un Avenger (che non ci sono più e probabilmente non ci saranno per un bel pezzo) o altre super-cose da super-tizio. No. Peter vuole andare in gita con la sua classe in Europa, magari comprare un bel regalo per MJ (Zendaya), aspettare di essere a Parigi e una volta arrivato sulla Tour Eiffel consegnare il regalo, dichiararsi alla ragazza che riempie costantemente i suoi pensieri, magari cercando di farlo senza inanellare figure di palta, se possibile. Invece, suo malgrado, Peter in Europa si troverà a dover affrontare la minaccia di quattro forze elementali altamente distruttive contrastate dal misterioso Mysterio (Jake Gillenhaal), si dovrà relazionare (nonostante i tentativi di fuga) con l'arcigno Nick Fury e con la ferma Maria Hill (Cobie Smulders), sopportare Flash Thompson e alla fine sì, anche salvare un bel po' di vite. E l'impressione è proprio che tutte queste cose sia Peter a farle, non tanto l'Uomo Ragno, che nel suo costume classico rosso e blu compare veramente poco.

 

La parte meglio riuscita del film è proprio quella teen, la gita in giro per l'Europa (un mare di locations) con una classe gestita da due idioti (J. B. Smoove e Martin Starr), i primi amori e l'amicizia con l'inseparabile Ned (Jacob Batalon), le dinamiche tra gli studenti e via discorrendo, tutte cose che avvicinano il film ancor di più, se possibile, a un pubblico adolescente (che dovrebbe essere il target di riferimento per questi prodotti, poi che piacciano anche a noi adulti è un altro paio di maniche). Imbarazzante la scelta di caratterizzazione dell'Italia in generale, con musiche di Tozzi in sottofondo e un paese che sembra fermo a cinquant'anni fa, esemplare la stoccata sui musei sempre chiusi. Forse meno riuscita la parte dedicata all'eroe, troppo poco inquadrato nel suo iconico costume e lontano dai suoi luoghi d'elezione, ne esce uno Spider-Man messo in secondo piano ma anche un poco snaturato (un delitto per quella che è sempre stata un'icona Marvel). Buono il lavoro fatto su Mysterio, modernizzato al meglio e reso credibile (parliamo di uno che va in giro con una boccia per pesci in testa) da un'interpretazione contenuta da parte di Gyllenhall, proprio le poche sequenze ambientate all'interno delle illusioni create dal personaggio risultano visivamente tra le più riuscite e accattivanti del film, senza contare che questo nuovo acquisto del MCU porta in dote diverse riflessioni sul come al giorno d'oggi si usino le immagini per manipolare informazioni, eventi e persino sentimenti.

 

Tirando le somme, Far from home è un buon teen movie che si porta sulle spalle l'onere (più che l'onore) di dare una chiusura alla terza fase del Marvel Cinematic Universe, omaggiando i personaggi che lasceranno, dando qualche spiegazione sulle conseguenze "tecniche" di Endgame e aprendo a future avventure che, stando alle dichiarazioni della Marvel, vedranno un più massiccio coinvolgimento delle serie tv, faranno a meno degli Avengers per almeno un po' di tempo e che soprattutto potranno in futuro contare per la prima volta su brand di altissima importanza come quelli dei Fantastici 4 e degli X-Men. Molto interessanti le due scene dopo i titoli di coda, la prima tutta dedicata al futuro di Spider-Man (ottima) e la seconda... beh, la seconda sarà un po' da capire.


TAGS: farfromhome | recensione | review | Spider-Man