Loner folk cosmico, minimalismo bucolico, proto-elettronica, psichedelia roots ed estasi ambient, unite a un lirismo “walkeriano” e dilatazioni oniriche tracciano una linea di confine attraversata da un alien cowboy in perenne trasporto emotivo. Canzoni immaginifiche che occupano spazio.
Per portare a termine Sprecato, Clancy ha riunito un cast di amici e ospiti internazionali in ambito avanguardistico tra cui Stefano Pilia (co-produttore, chitarra, modulare, synths, basso/Afterhours, Massimo Volume, Zu), Andrea Belfi (batteria), Enrico Gabrielli (flauti/19’40”, PJ Harvey, Calibro 35), Francesca Bono (piano/Bono-Burattini), mentre il fulcro della band è formato da Dominique Vaccaro (chitarre/J.H. Guraj), Andrea De Franco (synths/Fera) e Kyle Knapp (sax/Cindy Lee, Deliluh).
L’album scritto e registrato tra Bologna e Londra, presenta anche la collaborazione visiva e grafica con il disegnatore Michelangelo Setola, con cui Clancy per un anno ha dialogato in uno scambio di suggestioni tra musica e disegno, alimentando reciprocamente le proprie opere. Entrambi gli autori condividono una personale visione di “pastorale urbana” quasi apocalittica che emerge nell’opera di Setola (Gli Sprecati, Canicola Edizioni 2020) e inonda i suoni di Sprecato, estremizzando i temi dell’alienazione tramite un lungo viaggio ai limiti della realtà.
Drum machine che suonano come fossero state scavate dalla terra incontrano pianoforti e chitarre dissonanti; tracce bucoliche di synth si estendono oltre ogni scenario mentre la band è insieme vivace, epica e soave, con sfumature dei Pentangle di Terry Cox in particolare nel drumming; una nuova profondità emotiva permea la voce di Clancy come in un mondo parallelo dove Scott Walker sta registrando delle take per la leggendaria etichetta ambient fai-da-te, Palace of Lights, mentre brani come “Milk of Dreams” e “Had It All” vibrano su frequenze spirituali alla Piero Umiliani, illuminate da architetture di flauti e sassofoni che dialogano con una scrittura aperta e sognante che ricorda il folk-rock psichedelico di Tim Hardin, Jim Sullivan e Fred Neil, un mondo dove ogni parola riverbera negli echi lontani.
Questi sono decisamente suoni post-tramonto e pre-alba; straordinariamente primordiali, dilatati nel tempo paragonabili al muschio che si arrampica su un albero o alle lucciole che si librano appena sopra un campo illuminato dalla luna.
Artwork & Illustration: Michelangelo Setola.
Bio Jonathan Clancy
Jonathan Clancy, musicista con His Clancyness, A Classic Education, Settlefish e Brutal Birthday, fonda Maple Death Records nel 2015, etichetta che si colloca al crocevia tra noise, post-punk, psych, industrial, ambient, rock’n’roll e sperimentazione.
Con i suoi progetti artistici ha suonato praticamente ovunque con lunghissimi tour soprattutto nel Nord America e in Europa/Uk. Le sue band hanno partecipato a festival come Primavera Sound, CMJ, All Tomorrow’s Parties, The Great Escape, Eurosonic, SXSW, Tora Tora e hanno registrato session per BBC e Radio Rai.
La sua label Maple Death ha pubblicato i lavori di Cindy Lee, Holiday Inn, Havah, Krano, WOW, Blak Saagan, Bono / Burattini attirando l’attenzione di magazine e siti soprattutto stranieri come Gorilla Vs Bear, NPR, Inverted Audio, The Quietus, Aquarium Drunkard, Stereogum, Pitchfork, BBC6.
Dal 2017 lavora tra Londra e Bologna per la label inglese Fire Records/Earth Recordings.
Jonathan ha all’attivo programmi radio per Radio Raheem (Milano), NTS (UK), Kiosk Radio (Bruxelles) e Soho Radio (UK) ed è stato direttore artistico di Radio Città Del Capo (Bologna). Nel 2023/24 pubblicherà un album a nome James Jonathan Clancy.
https://www.facebook.com/jamesjonathanclancy/
https://www.instagram.com/clancyness/
https://mapledeath.lnk.to/JJCSprecato
https://www.instagram.com/mapledeathrecords/
https://www.facebook.com/mapledeathrecords/