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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
25/09/2023
Live Report
Spring Attitude, 23/09/2023, Studi di Cinecittà, Roma
Il 23 e 24 settembre gli studi di Cinecittà hanno ospitato lo Spring Attitude, un festival dedicato alla musica contemporanea. Gli artisti si sono esibiti sui due palchi s/a e Molinari, dando vita ad un evento in cui la musica è stata protagonista assoluta.

È sabato 23 settembre. Arrivo allo Spring Attitude in ritardo e trafelata. Non conosco la città e spostarmi è stato difficile. Finalmente riesco a raggiungere via Tuscolana e, appena terminato l’accredito, entro. Agli studi di Cinecittà, nei pressi di Roma Sud, il festival si ingrandisce di anno in anno. Il posto è spettacolare. Grande ma non dispersivo. O - meglio - abbastanza grande da ospitare due palchi ma anche abbastanza piccolo per permettere all’atmosfera di rimanere intima. 

I primi ad esibirsi, al s/a stage, sono gli Archivio Futuro, che scaldano il pubblico dello Spring, portandolo nella loro dimensione sperimentale, in cui l’elettronica e il jazz si incontrano.

Subito dopo, al Molinari Stage, Valentino. La vena elettronica del festival si fa sentire: da sotto il palco iniziamo a prendere confidenza con l’ambiente e a muoverci a ritmo.

Quando, al s/a stage, è salito Marco Fracasia, ho pensato che avevo fame e che sarei andata a comprare qualcosa da mangiare. Non ce l’ho fatta: volevo godermi tutta l’esibizione. Quindi ho acceso una sigaretta e mi sono fermata ad ascoltare Fracasia. Quando ha portato sul palco il suo brano appena uscito, “Mamma e papà”, il cantante torinese sembrava solo nella sua stanza e ipnotizzava tutti. La mia stanchezza è volata via in due secondi.

Appena Fracasia ha finito ho pensato: ora vado a mangiare. Ma niente. In sottofondo sento: “Vai tu lontano, non dirgli quanto ci amiamo”. «Questa la conosco», penso. Ibisco mi stupisce sempre: penso sempre che abbia dato il suo meglio e poi, puntualmente, fa di più. Ero già incantata dalla sua musica ma la vena elettronica degli ultimi brani alza di gran lunga l’asticella.

Ibisco saluta e dallo s/a stage Maria Chiara Argiro è già pronta, con dei grandi occhiali da sole gialli e la schiena ricurva verso la tastiera. Lo Spring Attitude non ti lascia un momento di tregua. La Argirò fa risuonare in cassa la sua musica in cui il sound elettronico fa da protagonista assoluto e, associato alla sua voce, non ti permette di girarti dall’altra parte. Lo strumento a fiato che caratterizza i suoi brani ti entra nel petto e il pubblico si avvicina come se nel palco fosse istallata una gigante calamita. La batteria non è da meno, con degli assoli che incollano tutti. Vuole portare sul palco quello che gli sta a cuore: «l’amore per la città e per la natura», come spiega a chi ascolta verso la fine della sua esibizione.

Di nuovo ci spostiamo in massa al Molinari stage, muovendoci lentamente: dobbiamo ancora riprenderci da quello che abbiamo appena ascoltato. Sono le 18:10 e il sole sta calando: ci avviciniamo all’atmosfera serale. Ora si balla. I Parbleu iniziano col botto e, da sotto il palco, il pubblico inizia a muoversi a ritmo. Il sound afro e il ritmo colombiano riempiono gli studi di Cinecittà. Il festival diventa una grande festa. È quasi sera. Durante la performance dei Parbleu la pista di ghiaia si riempie. 

È la volta dei Bud Spencer Blues Explosion. La chitarra di Adriano Viterbini e la batteria di Cesare Petulicchio si sposano perfettamente e il rock alternativo arriva senza preavviso allo Spring Attitude. Effettivamente, in questo momento avevamo bisogno dei Bud Spencer, la cui musica vibra nei corpi fino ad arrivare allo stomaco: “noi in due facciamo un casino di dio”, sento cantare da Adriano. La serata prosegue senza intoppi e le ore passate davanti al palco non si sentono. Ormai è sera e le luci, insieme agli assoli di chitarra e di batteria, rendono la performance dei Bud Spencer spettacolare. 

Alle 19.48 i Bud Spencer urlano: 12 minuti. Sono i 12 minuti che rimangono prima che debbano lasciare il palco per fare spazio ad uno dei gruppi più attesi del Festival. Da qua il duo si scatena: chitarra e batteria vanno al doppio della velocità. 

Qualche minuto prima della fine dell’esibizione dei Bud Spencer, siamo già tutti al Molinari e le luci del palco diventano blu. Il pubblico inizia ad urlare. I Verdena incendiano il festival. La musica psichedelica del gruppo lombardo arriva come una folgore, riecheggiando negli studi di Cinecittà. Protagonisti della scena del rock alternativo in Italia, i Verdena salgono sul palco con la postura di chi vuole onorare la loro passione principale, ovvero la musica e la sua sacralità. I testi sono dei labirinti in cui potersi perdere: è la musica a fare da padrona nei loro pezzi; prima la musica, poi i testi.

Dopo lo spaccato rock, gli Acid Arab e Chloè Caillet riportano l’elettronica al centro della scena. Per un’amante della cassa dritta come me, sono stati un po’ come tornare a casa. I suoni mediorientali che caratterizzano la musica del duo francese rendono l’atmosfera davvero elettrizzante e la Caillet fa letteralmente vibrare la piazza di ghiaia.

Ormai il posto è gremito di persone. Sembra che tutta Roma si sia riversata a Cinecittà: sabato 23 settembre lo Spring Attitude è sold out.

Quando, alle 00.50 l’esibizione di Chloè Caillet nel s/a stage sta per concludersi, il pubblico inizia a fremere per assistere alla performance dell’ultimo artista della giornata del 23 settembre. Eccola, regina indiscussa di quest’anno, Peggy Gou è la ciliegina sulla torta di questa giornata strabiliante. La produttrice sudcoreana non ha bisogno di presentazioni, l’abbiamo vista, nell’ultimo anno, riempire le piazze di centinaia di città in tutto il mondo. Le grafiche colorate fanno da sfondo ad un live che, chi c’era, ricorderà di sicuro nel futuro.

Lo Spring Attitude è davvero un festival dedicato alla musica. Al centro di tutto, gli artisti che si alternano senza sosta sui due palchi. Non c’è molto spazio per altro e questo aspetto lo rende un evento davvero speciale. Per chi è davvero amante della musica, lo Sping dà la possibilità di vivere un’esperienza immersiva nel suono. L’alternarsi continuo dei generi non lascia spazio a nessuna sensazione di monotonia.

È finita la serata, torno verso la macchina. Sono stanchissima, ma estremamente soddisfatta.