Senza tanti giri di parole uno dei film più brutti e più stupidi che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni, con un pizzico di pretenziosità come condimento, un buon esempio di come non si dovrebbero sprecare risorse al cinema. E dire che Zack Snyder non aveva nemmeno iniziato male: il suo L'alba dei morti viventi con i suoi zombi agili e veloci era parecchio divertente, era riuscito a mettere mano al materiale di Alan Moore creando con Watchmen un adattamento ovviamente non all'altezza dell'opera d'origine ma per lo meno con una sua dignità, poi il crollo con i lavori per DC Comics e l'animazione di Ga'Hoole, tutti prodotti a parere di chi scrive che tendono a sfociare nella noia pur presentando qualche buono spunto qua e là. Nel corso degli anni Snyder si crea anche una sorta di marchio d'autore legato essenzialmente alle sue scelte stilistiche ed estetiche (francamente discutibili) e che si ripropongono anche in questo Sucker Punch che, senza volerne svilire l'arte, ha tutte le caratteristiche di uno sparatutto videoludico. Ora i premi per i film peggiori ci sono, sono i Razzie Awards, e Sucker Punch non l'ha vinto (sono andato a controllare), mi chiedo cosa possano essere stati i film vincitori che concorrevano quell'anno nelle varie categorie.
La giovane Babydoll (la ragazza pare non avere un nome, la interpreta Emily Browning) è in balia del patrigno (Gerard Plunkett) che ambisce all'eredità dell'ex moglie deceduta la quale però lascia tutti i suoi averi alle due figlie, una uccisa poi dallo stesso patrigno e l'altra, Babydoll appunto, fatta rinchiudere in attesa di una bella lobotomia alla Lennox House, un istituto parecchio ambiguo. Durante la sua permanenza Babydoll cade in una sorta di mondo onirico dove l'istituto diventa una casa di appuntamenti gestita dal crudele Blue (Oscar Isaac) dove belle giovinette vengono addestrate all'arte della danza da Madam Gorski (Carla Gugino) al fine di incantare facoltosi clienti. Babydoll è destinata alle cure del Giocatore al quale sarà ceduta nel giro di cinque giorni, in questo tempo nel mondo onirico creato da Babydoll (?), la ragazza e alcune sue compagne di prigionia dovranno rintracciare alcuni oggetti che permetteranno loro la fuga dalla struttura, resta da vedere chi di loro riuscirà a guadagnarsi la libertà, a costo di quali sacrifici, e quali e quante prove dovranno sostenere per farlo prima di essere di nuovo finalmente libere. Insieme a questa inaspettata leader a tentare la fuga ci saranno Sweet Pea (Abbie Cornish), Rocket (Jena Malone), Blondie (Vanessa Hudgens) e Amber (Jamie Chung).
Troppo di tutto e tutto troppo noioso, la voglia di premere il tasto stop del player si manifesta non oltre i primi venti minuti del film, dopo un'ora si è maledetto Zack Snyder almeno dieci volte. Il film ha la struttura a quadri di un videogioco, alcune dinamiche sono prive di senso, l'intera sceneggiatura (ho davvero usato la parola sceneggiatura?) sembra una mera scusa per inanellare sequenze di combattimento immerse in un'estetica digitale che mortifica l'occhio dopo quindici minuti di effetti continui e senza sosta (e senza scopo), indubbiamente le cinque protagoniste sono delle belle ragazze, agghindate per colpire l'occhio e piacere al pubblico ma che emanano in questo contesto la sensualità di una scatola da scarpe, anche Oscar Isaac riesce a farsi protagonista di una prova incolore e dimenticabile. I siparietti videoludici che dovrebbero essere il pezzo forte del film sono i momenti migliore per fare una capatina in bagno senza mettere in pausa il film (tanto sono interessanti), in più si adduce anche una lettura psicologica su quanto le donne debbano lottare per barcamenarsi in questo mondo, per carità, tema nobile ma che qui dentro sembra davvero campato per aria. Semplicemente brutto. Non pago di pescare da questo e da quell'altro immaginario, Snyder riesce anche ad adoperare male dei grandi pezzi musicali, orrore nell'orrore. Vogliamo fare un videogioco? Benissimo, allora facciamo un videogioco, il cinema è un'altra cosa.