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REVIEWSLE RECENSIONI
14/03/2018
Superorganism
Superorganism
Hanno scelto di chiamarsi Superorganism perché dicono che il prodotto finale è molto di più della somma delle loro individualità. E si sono scelti una simpatica balena come mascotte (la si vede nei video e campeggia anche sulla copertina del disco) perché secondo loro si tratta del “super organismo” per eccellenza.

I Superorganism sembrano incarnare in pieno quegli scombussolamenti portati anche nella musica dalla rivoluzione digitale: otto individui che si incontrano su Internet, tra Forum e Social Network, che vivono in diverse parti del mondo, dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda, che decidono di mettere su una band senza quasi mai essersi visti di persona, che si mandano idee per i brani via mail e via Skype; infine reclutano Orono, una diciassettenne di origini giapponesi ma da tempo di stanza a Londra e la mettono dietro al microfono.

Sfornano un singolo, “Something for Your Mind”, che finisce nella colonna sonora di FIFA 2018 e viene passato in radio da Ezra Koening dei Vampire Weekend, durante la trasmissione da lui condotta. Seguono un’altra manciata di singoli, un contratto con la Domino Records e un disco di debutto arrivato a inizio marzo. Stanno già suonando parecchio dal vivo: in Italia li vedremo a giugno, in quello che potrebbe prospettarsi il miglior appuntamento estivo del nostro paese, il neonato Radar Festival.

Cultura digitale e vecchi luoghi comuni da tempi d’oro del rock sembrano mescolarsi insieme: in questi mesi dicono di stare vivendo tutti assieme in un appartamento di Londra, come giovani rockstar affamate di successo e colorano i loro brani con video palesemente anni ’80, dove riproduzioni di vecchi videogiochi si alternano a fotogrammi al pastello catturati in Super8.

Hanno scelto di chiamarsi Superorganism perché dicono che il prodotto finale è molto di più della somma delle loro individualità. E si sono scelti una simpatica balena come mascotte (la si vede nei video e campeggia anche sulla copertina del disco) perché secondo loro si tratta del “super organismo” per eccellenza.

Il loro secondo singolo s’intitola “Everybody Wants to be Famous” ed è anch’esso profezia e insieme fotografia fedele dei tempi che stiamo vivendo, così pesantemente focalizzati sull’immagine, sull’apparire a tutti i costi.

Che si debba credere a quel che ci hanno raccontato o si sia al contrario trattato di una perfettamente orchestrata operazione di marketing, è indubbio che di questa band si stia parlando da tempo. Che è un risultato già di per sé vincente, in un periodo dove gli esordienti sono tanti e spesso sentiamo parlare per la prima volta di act che sono già al terzo o al quarto disco.

L’uscita dell’album comunque ha fugato ogni dubbio: i Superorganism saranno pure una band di plastica che scrive i propri brani a colpi di Cut and Paste, ma il prodotto finale dice a più riprese che ci sanno fare.

Pop digitale e vagamente retro, con arrangiamenti elementari fatti di Synth e chitarre deliziosamente Twee, una voce, quella di Orono, tanto comune e indolente da configurarsi come l’ingrediente magico che potrebbe far esplodere il gruppo (magari mi sbaglio ma ho il sospetto che questa ragazzina abbia un talento e una personalità fuori dal comune). Tutto questo, con una capacità di sfornare melodie che ha davvero del magico: ogni singolo brano è un potenziale singolo, con la già citata “Everybody Wants to Be Famous”, “Nobody Cares” e soprattutto “Reflections On The Screen” che in mano a gente come Rhianna o Katy Perry farebbero ballare gli stadi.

E non è detto che non ci arrivino anche loro, prima o poi. Dal vivo sono poca roba, al momento: i filmati che circolano in rete ce li presentano divertenti e già intenzionati ad imbastire uno spettacolo che abbia un colore e un’identità precisa. Purtroppo, i risultati non sono dalla loro ma hanno appena iniziato e la strada è lunga. Nel frattempo, direi che questo disco d’esordio ne mette in luce le indubbie capacità e costituisce l’ennesima conferma che le canzoncine Pop saranno pure leggere e innocue quanto volete, saranno pure tutte uguali ma quando funzionano davvero, tutti questi scrupoli vanno a farsi benedire.

A giugno probabilmente saprò dirvi di più. Nel frattempo, cercate di prepararvi bene.