Massimo Silverio è un cantante, autore e musicista nato e cresciuto tra le montagne della Carnia. Scrive e canta principalmente nella sua lingua nativa, il carnico, variante antica della lingua friulana. La sua musica utilizza un personalissimo idioma fatto di poesia e suoni che si mescolano tra popolare e colto, classico e contemporaneo, tangibile e occulto in un immaginario fatto di luoghi, anime e piante, volti e riti antichi.
Nel 2023 Silverio pubblica, per Okum Produzioni, il suo disco d’esordio intitolato Hrudja. L’album viene accolto con grande entusiasmo di pubblico e critica in Italia e all’estero ricevendo le attenzioni di riviste come Mojo, Clash, Rolling Stones, Rumore e passaggi radio su Kevin Cole su KEXP, Iggy Pop su BBC6, Fip Radio France, Radio Rai, Capital. Apparso in numerose classifiche dei migliori album del 2024, Hrudja viene inserito tra i finalisti per la Targa Tenco 2024 come “miglior album in dialetto”.
Il 10 ottobre 2025 Silverio pubblica il suo secondo album, Surtùm, che arriva a due anni di distanza da Hrudja, album che ha reso Massimo Silverio un artista da tenere d’occhio, grazie al personale stile in cui fonde il folklore della sua terra e cantautorato, un sapiente e azzardato mix della poetica e delle atmosfere di De Andrè, David Sylvian e Anna Von Hausswolff, le atmosfere mantriche degli arrangiamenti colossali degli Swans e il minimalismo elettro-acustico dei Massive Attack di Mezzanine.
Prodotto da Manuel Volpe, Surtùm è stato scritto da Massimo Silverio e arrangiato insieme a Nicolas Remondino e Volpe stesso, già al suo fianco in Hrudja. Il disco si arricchisce della partecipazione del musicista Mirko Cisillino (C’mon Tigre) qui alle prese con corno e tuba, Flavia Massimo (Teho Teardo) al violoncello, Benedetta Fabbri al violino e Martin Mayers al corno delle Alpi. Surtùm è un nuovo passo dello sviluppo dell’artista friulano, frutto della profonda condivisione maturata con il suo trio durante gli ultimi anni di tour.
Come per il precedente album anche Surtùm è cantato nella lingua dei luoghi natii di Massimo Silverio. Proprio l’artista racconta: “Mi sono chiesto: in quale luogo si conserva la memoria? Questa domanda mi ha portato a cercare quel punto in cui reale e metafisico si toccano, si incontrano. Un luogo in cui immagino che ogni azione, ogni gesto, vadano a depositarsi una volta che la loro eco si è spenta ed è rimasto solo il silenzio. L'accesso a questo luogo, potrebbe forse nascondersi sulla nostra stessa pelle, sui luoghi, le case, i boschi, i prati o le montagne o qualunque altro luogo quando entra in contatto con il nostro cuore, con la nostra anima?”.
Surtùm è un viaggio di pace e grazia, una lenta discesa nella natura oscura dell’uomo, un album con cui Massimo Silverio cerca di esorcizzare i tempi oscuri di violenza e odio che stiamo vivendo.
“Proprio in momento come questi – ricorda l’artista – bisogna lanciare messaggi di fratellanza, delle preghiere che vadano oltre qualsiasi credo e religione, se non quelli di una comune fratellanza e dell'amore per la natura. L'unica alternativa di valore rimasta, specialmente per noi che viviamo nella parte decisamente più fortunata e meno apertamente violenta del mondo, è cercare di vivere (e morire) secondo dei veri significati. Ritessere il senso dell'esistenza. E bisogna avere fede in questa ricerca”.

In friulano Surtum si traduce come palude o come prato acquitrinoso. Nel caso specifico del disco si intende un luogo dove si depositano canti e preghiere, nostre o di altri.
Massimo Silverio, a parole sue, sintetizza in questo modo l'essenza del nuovo album: “Mentre l'esistenza oggi pare ristagnare in una frenesia torbida che sa solo di sterilità, una palude è luogo sia di morte che di vita: di transizione, di trasformazione, di rinascita. È un simbolo di quel luogo tra la realtà e ciò che sta oltre, un luogo tra vita e morte, tra due mondi. Penso allora all'umidità come a una fresca emanazione di vita, come quella che si sente nel vento, dopo una pesante pioggia. Penso all'umidità come a un 'luogo' sacro che sta scomparendo. E mi chiedo: sta scomparendo anche la nostra capacità di lasciarci vestire dalle memorie? Allora mi giunge solo quest'immagine: quella di un canto, una preghiera che possa depositarsi sulle cose come brina. Come rugiada. Ecco forse perché c'è tanta umidità in questo disco, partendo dalla sorgente ('Avenâl') che è l’essenza, l’anima di un'attesa e di un amore che scorre nel corpo di un albero, fino al grembo (Grim) che è una preghiera rivolta all’acqua, per farla ritornare ad essere il grembo di noi tutti. Tutti, nessuno escluso.
C’è anche tanta torba, tanto torbido. Tanto affanno. Terra, muschio, una fiamma che brucia tra i vapori, come il vespro di tutto questo vuoto comunicare. L’ingordigia del primo ('Prin') fenomeno, un canto che si tiene compagnia da solo, cantando. Un canto che funge da ghirlanda funebre ('Zoja'), un canto per chi non c’è più ('Vàre') e un canto per tutte le persone che stanno soffrendo (Ghirbe). Un canto per questo mondo amputato ('Sorgjâl').
Scomparsa la parola è rimasto un libro muto. Consumato il libro, cosa rimane? Finito il canto vivo che non è mai stato scritto, cosa rimane? Una ricerca, una prova di contatto con questo luogo dove il nostro lascito potrebbe depositarsi, trasformarsi, rinascere. Si prova, anche cercando di lasciar andare il controllo. Ma auspicando di lasciare solo un po’ di bene”.

Tracklist
01. Sorgjâl
02. Avenâl
03. Zoja
04. Vàre
05. Prin
06. Grim
07. Ghirbe
Info Massimo Silverio:
https://okum.it/
https://www.instagram.com/massimosilverio/
https://www.facebook.com/massimosilverio
Tour
06 nov 2025
Milano
Arci Bellezza
07 nov 2025
Bologna
Baumhaus
15 nov 2025
Taranto
Mercato Nuovo
16 nov 2025
Napoli
Auditorium Novecento
10 gen 2026
Trieste
Teatro Miela
17 gen 2026
Montecosaro (MC)
Teatro delle Logge - MountEcho
23 gen 2026
Torino
Magazzino sul Po
29 gen 2026
Palermo
I Candelai
30 gen 2026
Catania
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