Taverna Paradiso sigla l'esordio dietro la macchina da presa di Sylvester Stallone un anno prima di Rocky II e a due anni di distanza da quel primo Rocky che venne però diretto da John G. Avildsen. Ora, Stallone non rientrerà mai nel novero dei migliori registi di sempre, eppure è uno che ha una sua personale visione, fautore di un cinema diretto e senza troppi fronzoli, in quegli anni esponente di un approccio proletario, povero, che regala al suo cinema un taglio sincero e al quale ci si affeziona con molta facilità.
Se andiamo a vedere il protagonista di questo Taverna Paradiso, interpretato dallo stesso Stallone, ci troviamo diversi tratti in comune col celebre e celebrato Rocky Balboa: i momenti del corteggiamento da parte di Cosmo in cui cerca di catturare l'attenzione e le simpatie di Annie ricordano molto da vicino gli insistenti approcci di Balboa nel tentativo di conquistare Adriana, le battute, l'insistenza, il fatto di giocare molto sulla simpatia. Poi c'è lo sport, qui con un'origine ancora più stradaiola che non in Rocky (siamo nel primissimo dopoguerra dove gli incontri di lotta più o meno clandestina sono all'ordine del giorno), c'è il povero quartiere d'origine e ci sono i legami familiari, le similitudini tra i due film sono diverse, anche il materiale di partenza arriva dallo stesso Stallone, che l'anno precedente l'uscita del film riuscì a pubblicare l'omonimo romanzo, in lingua originale Paradise Alley.
La prima guerra mondiale è finita da poco, nel quartiere di Hell's Kitchen i tre fratelli Carboni cercano in qualche modo di sbarcare il lunario con la speranza di trovare prima o poi una soluzione per venir fuori dalla miseria. Lenny (Armand Assante), il maggiore, lavora per un'impresa di pompe funebri, sempre a contatto con i cadaveri, è un reduce di guerra tornato a casa con una gamba offesa, è il più riflessivo e intelligente dei tre fratelli, Cosmo (Sylvester Stallone) è uno sfaccendato che oltre a fare la corte all'avvenente Annie (Anne Archer) cerca di sfruttare la possanza fisica del fratello minore, Victor, spingendolo continuamente verso una carriera fatta di scommesse e incontri di lotta.
Dal canto suo Victor (Lee Canalito), un ragazzone tanto muscoloso quanto tonto, vorrebbe solo mettere da parte un po' di soldi per andare via dal quartiere con la sua amata Susan (Aimée Eccles), un'immigrata di origini cinesi, magari per andare a vivere su una barca nel Jersey. Purtroppo il suo lavoro, consegnare a mano blocchi di ghiaccio, non rende poi tanto, il suo datore di lavoro magari ci manga anche un po' su e così Victor rimane inchiodato anno dopo anno a Hell's kitchen.
Mentre una sera Lenny e Cosmo sono nel locale Taverna Paradiso assistono a un incontro di una lotta molto simile al wrestling moderno, Cosmo è convinto che quella sia l'occasione per sfruttare i talenti naturali di Vincent e fare un mucchio di soldi ma Lenny non è d'accordo ed è molto preoccupato per la salute del fratello.
Cinema forse ancora ingenuo, rivolto al passato, ma indubbiamente genuino e viscerale, nato dall'amore e dalla voglia di fare di un regista/protagonista che riesce a trasmettere come stia mettendo tutto il cuore e l'entusiasmo possibile nei suoi progetti, come accennato sopra tra l'altro per approccio questo Taverna Paradiso non è poi così distante dai primi Rocky.
Ambientato nel quartiere malfamato di New York noto come Hell's Kitchen, la "cucina del diavolo", il film ci mostra la voglia di riscatto, di rivalsa, di un protagonista povero che vorrebbe la sua occasione per trovare un posto al sole e che la cerca per interposta persona, sfruttando gli unici talenti riconosciuti nel quartiere, quelli dei muscoli e della forza.
In parallelo Stallone costruisce la sua trama sentimentale che questa volta ha complicazioni in più oltre a quelle della miseria, ci sono rapporti familiari a mettersi di mezzo, legami di sangue a complicare il tutto. Emergono piaghe buone a rovinare i rapporti a ogni latitudine, un po' di gelosia, l'avidità, visioni differenti, tutti problemi ai quali a porre fine a volte non serve altro che il cuore puro dei più semplici.
Stallone mostra già di sapersela cavare più che bene anche come regista, il suo cinema degli inizi è quanto di più coerente possa offrire la piazza, bella ricostruzione d'epoca e diverse comparse a impreziosire il film, dal pianista del localaccio interpretato da Tom Waits ai vari wrestler tra i quali compare la futura star della WWF Ted DiBiase. Esordio poco noto, surclassato dalle prove successive, ma da non sottovalutare, un recupero molto consigliato.