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REVIEWSLE RECENSIONI
09/01/2018
Chris Thile
Thanks For Listening
Il disco è una summa del “Chris Thile pensiero”, in cui confluiscono svariati generi musicali, arrangiamenti e costruzioni melodiche fuori dall’ordinario e, soprattutto, splendide armonie vocali

Chris Thile ha sigillato il 2017 con due grandissime uscite. A gennaio, ha pubblicato Chris Thile & Brad Mehldau, uno dei dischi più belli dell’anno (il migliore per chi scrive) in condominio con il grande pianista originario di Jacksonville; mentre, proprio a fine anno, è uscito con questo nuovo Thanks For Listening, primo disco solista dai tempi dell’affascinante Bach: Sonatas & Partitas Vol.1, risalente al 2013.

Non che nel frattempo Thile non abbia fatto anche altro: oltre al disco di duetti con Mehldau, a capo dei Punch Brothers ha pubblicato il fortunato (sia in termini di vendite che di critica) Phosphorescent Blues (2015) e si è portato a casa, nel 2014, un Grammy Award per il miglior album strumentale con Bass And Mandolin, scritto e suonato in connubio con Edgard Meyer.

Una produzione di livello qualitativo mostruoso, quindi, che trova la sua ragione d’essere non solo nella tecnica sopraffina con cui Thile ha dato lustro allo strumento del mandolino, ma in una versatilità che ha davvero pochi eguali al mondo e che ha permesso (e permette) al singer-songwriter californiano di cimentarsi con successo in svariati generi che vanno dal progressive bluegrass alla classica, dal jazz al pop. A ulteriore conferma di quanto detto, Thanks For Listening rappresenta l’ennesimo volto artistico di Thile: il disco, infatti, è una raccolta di canzoni scritte da Chris per il popolarissimo programma radiofonico del sabato sera A Prairie Home Companion.

Ogni settimana, Thile, componeva una nuova canzone per l’apertura dello show e la eseguiva dal vivo con la house band del programma e con alcuni fra gli ospiti di turno. Il risultato di quelle esecuzioni è riproposto in una scaletta di dieci brani per quarantacinque minuti di durata, in cui Thile si cimenta in tutti gli strumenti a corda (a eccezione del basso, nelle mani di Alan Hampton, e della viola, suonata da Nadia Sirota) ed è coadiuvato da  Ted Poor (che suona la batteria in cinque pezzi e che, come Hampton, proviene dalla touring band di Andrew Bird) e da trevoci femminili d’eccezione, quelle di Sarah Jarozt, Aoife O’Donovan e Gaby Moreno.

Il disco è una summa del “Chris Thile pensiero” in cui confluiscono, come si è accennato a inizio articolo, svariati generi musicali (anche se nello specifico la dimensione pop prevale), arrangiamenti e costruzioni melodiche fuori dall’ordinario e, soprattutto, splendide armonie vocali, perfettamente calibrate nell’interplay fra il falsetto sghembo del mandolinista e i tre distinti timbri femminili.

Una scaletta emozionante, anche se non sempre di facile assimilazione (le scale e i virtuosismi di Modern Friendship sono cosa per palati fini), e che ha i suoi picchi in Thank You, New York, il cui crescendo esplode in un ritornello pop dalla melodia irresistibile, in Stanley Ann, nostalgica sonata per pianoforte ed elogio alla presidenza di Obama, e in Falsetto, autentico colpo di genio in cui riescono a convivere strumenti acustici, elettronica, Radiohead e un ritornello quasi ballabile. Thanks For Listening è l’ennesima grande prova di un musicista irrequieto e in continua esplorazione, capace di sfruttare il proprio talento e la propria formazione classica per uscire dagli schemi e concepire un suono moderno, inusuale, sempre all’avanguardia. Thanks For Singing, mr. Thile!