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MAKING MOVIESAL CINEMA
The Banana Splits Movie
Danishka Esterhazy
2019 
COMMEDIA HORROR
5/10
all MAKING MOVIES
31/01/2022
Danishka Esterhazy
The Banana Splits Movie
Avete voglia di distruggere un ricordo della vostra infanzia? Prego, accomodatevi pure, lo spettacolo va ad iniziare.

Chi è cresciuto a cavallo tra i decenni dei Settanta e degli Ottanta probabilmente ricorda con affetto la trasmissione dedicata ai più giovani The Banana Splits Show, una sorta di contenitore dove quattro animali antropomorfi (una scimmia, un cane, un leone e un elefante) si esibivano in piccoli sketch ad altezza bambino con gag a profusione e qualche piccolo tormentone ricorrente, il tutto inframezzato da cartoni animati e anche da un telefilm presentato in piccoli microepisodi (si trattava di Danger Island). Alla regia c'era nientepopodimeno che Richard Donner in seguito direttore di pellicole come i primi due Superman, Ladyhawke, I Goonies e la saga di Arma Letale; ma ciò che più è rimasto impresso nel tempo tra i vari elementi creati per lo show è indubbiamente una delle canzoni composte appositamente per i Banana Splits, che erano anche band musicale, parliamo della celeberrima The Tra La La Song (One Banana, Two Banana) ancora oggi inno in voga in qualsiasi curva di tutti gli stadi a qualsiasi latitudine (oi oi oi, oioioioi, Luca Vialli segna per noi!) e al tempo sigla del programma durante la quale i nostri pupazzoni si scatenavano sulle loro macchinine a sei ruote. Sono passati anni, decenni, da quando Swingo, Bingo, Drooper e Snorky imperversavano nelle televisioni nazionali, non faccio fatica ad ammettere che ci fu un periodo in cui chi scrive, prima dell'avvento della possibilità di fare acquisti online, si sarebbe volentieri impossessato di una maglietta o un poster raffigurante i quattro simpatici pupazzoni, il materiale però era poco reperibile, poi l'insano desiderio passò e non se ne fece più niente. Però, visto il recente passaggio televisivo di questo film andato direttamente in home video senza passare dalla sala, mica si poteva perdere l'occasione di incontrare per una volta ancora i Banana Splits!

 

Ciò che rende da subito questo prodotto accattivante, oltre ai moti nostalgici dell'animo, è l'idea vincente che sta alla base del film, molto forte e purtroppo non supportata in maniera adeguata dalla realizzazione a opera della (a me sconosciuta) regista Danishka Esterhazy. Trasformare dei simpatici pupazzoni protagonisti di uno show per bambini in quattro animali antropomorfi realizzati con tecnologia animatronica, farli impazzire per qualche motivo e renderli degli assassini seriali protagonisti di un horror che non si risparmia per scene gore non è una cosa da tutti i giorni, forse l'unica possibile per ridare vita ai mitici Banana Splits?

 

Il piccolo Harley (Finlay Wojtak-Hissong) è un grande fan dello show dei Banana Splits, in particolare dell'elefante Snorky; in occasione del suo compleanno l'amorevole madre Beth (Dani Kind) si procura i biglietti per assistere alla registrazione in studio di una delle puntate dello show, il marito Mitch (Steve Lund) invece non approva questa passione del bambino e accompagna controvoglia la famiglia all'evento, con Harley ci sono anche il fratellastro più grande, molto affezionato al bambino, e la compagna di scuola Zoe (Maria Nash). Agli studios il gruppo viene accompagnato dall'assistente Paige (Naledi Majola) ad assistere allo show, con loro parecchio altro pubblico e ovviamente numerosi bambini. Mentre lo show prende il via, dietro le quinte giunge la notizia che il Banana Splits Show verrà presto cancellato; in seguito alla notizia e in concomitanza con un aggiornamento difettoso i quattro animatronics impazziscono e danno il via a una mattanza che coinvolge prima i vertici della rete e poi il pubblico, i quattro pupazzi assassini risparmiano i bambini ai quali però non viene dispensata l'atrocità di assistere alle malefatte di Swingo, Bingo, Drooper e Snorky. Starà all'inventiva e alla purezza di cuore dei più piccoli salvare tutta la baracca.

 

Come si accennava prima la cosa migliore del film è proprio l'idea che sta alla sua base, purtroppo la decisione di rendere i protagonisti degli automi invece che pupazzoni con degli umani all'interno priva il film di quel pizzico di follia che sarebbe stata più che apprezzata e rende il tutto un po' più impersonale e freddo di quel che avrebbe potuto essere. Siamo nella categoria dei b-movies, le scene horror non mancano e si fa largo uso di effetti artigianali, apprezzabili anche questi dal punto di vista nostalgico ma che in alcune sequenze donano quel tocco di ridicolo che aumenta ancora di più l'effetto nostalgia, sembra infatti di ritornare a quelle maratone horror da seconda serata su Italia 1 che imperversavano tra gli anni 80 e i 90. Personaggi appena abbozzati, nessun approfondimento e nessuna remora nel levare di mezzo i più negativi e detestabili, non si risparmiano i cliché, il bambino che penetra anche nei cuori di metallo, il giovane che nel mezzo dell'emergenza più totale riesce a costruirsi anche un abbozzo di relazione amorosa, la madre amorevole che si trasforma in una specie di Rambo, c'è proprio tutto. I Banana Splits, bisogna riconoscerlo, sono bellissimi oggi come allora, parlerà il cuore di bambino ma sono loro a salvare, per quel poco che si può, la baracca, con altri quattro protagonisti, magari anonimi e non conosciuti, i motivi di interesse per questo film sarebbero stati vicino allo zero.