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MAKING MOVIESAL CINEMA
The Deuce - La via del porno
David Simon, George Pelecanos
2017  (Sky Atlantic)
DRAMMATICO SERIE TV
all MAKING MOVIES
22/12/2017
David Simon, George Pelecanos
The Deuce - La via del porno
La rivoluzione è in atto, Gola Profonda sta per esplodere, per conquistare un pubblico che si riteneva troppo puritano. Ma The Deuce è fermo, impantanato in un universo che si vuole inquadrare fin troppo bene, per prendere davvero il volo.

David Simon e George Pelecanos (The Wire) alla creazione e alla scrittura.
James Franco alla produzione.
James Franco anche protagonista, e non in un solo ruolo, ma in due, assieme a lui Maggie Gyllenhaal, Emily Meade, Zoe Kazan.
Il tutto, per una serie ambientata negli sporchi anni '70, nei quartieri non certo ben frequentati di New York, dove imperversano i malaffari e la prostituzione. Il tutto, per raccontare la nascita e lo sviluppo dell'industria del porno.
Ovvio, con queste premesse, aspettarsi scintille, aspettarsi il meglio.
E invece, i grandi nomi, la gran solidità che ci si aspetta, finiscono per schiacciare sotto il loro peso, in una noia che non ti aspetti.
Sarà che David Simon fa le cose in grande, e racconta così tante realtà, crea così tanti personaggi, che è difficile starci dietro. Tra papponi, prostitute vecchia scuola, nuove arrivate, prostitute solitarie, intraprendenza femminile dietro e davanti la macchina da presa, e mafiosi vecchio stampo.
Sarà che James Franco nel doppio ruolo dei gemelli diversi Vincent e Frankie (tanto onesto - a suo modo - il primo, tanto spaccone e indebitato il secondo) scompare, e il doppio ruolo, non giocando chissà quale fattore chiave, ce lo si poteva evitare, a favore di una busta paga in più.
Sarà che Maggie Gyllenhaal non ha propriamente il phisique du role, anche se non si risparmia e dona tutta se stessa a una miriade di clienti viscidi episodio dopo episodio, e la sua, a ben vedere, è l'unica storyline che davvero interessa e che davvero ha a che fare con il porno.
Sarà che Zoe Kazan si vede poco, anzi, proprio per niente, mentre i tanti altri personaggi occupano scena e posto, si sormontano, e creano confusione, senza per questo riuscire ad essere propriamente approfonditi, si veda la femminista Margarita Levieva il cui destino di ragazza per bene che vuole farcela da sola e fa da salvatrice alle donne meno fortunate di lei, nonostante tutto questo, non ispira certo simpatia.
Sarà che di errori, di lungaggini, di storie, ce ne sono davvero troppe. E se gli episodi sono solo 8, sembrano in realtà il doppio, proseguendo lentamente, senza sapere bene che direzione prendere.
Vediamo mazzette che girano, polizia corrotta, una giornalista disposta ad indagare, le notti sulla strada, i giorni in studi di registrazione, la droga che passa, l'alcool che si consuma. Lo vediamo ancora e ancora, in un mondo difficile da digerire, in cui i soldi sono facili, ma facile non è guadagnarli.
Vediamo tutto questo, ben diretto (pure da Franco, va da sé, l'incontentabile), ottimamente ricostruito (con un occhio, anzi, un orecchio particolare per la colonna sonora cool e funky), ma poco lo si sente. Poco questa umanità entra dentro, se non lei, una Maggie stanca dei pericoli della strada, che vede nel cinema, in quel porno che dovrebbe essere raccontato, una possibilità di riscatto.
La rivoluzione è in atto, Gola Profonda sta per esplodere, per conquistare un pubblico che si riteneva troppo puritano. Ma The Deuce è fermo, impantanato in un universo che si vuole inquadrare fin troppo bene, per prendere davvero il volo.
La seconda stagione già confermata potrebbe riuscirci, basterebbe sfoltire un po' di nomi, concentrarsi solo su quelli rilevanti, e allora sì le scintille potrebbero arrivare.