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MAKING MOVIESAL CINEMA
The Hunt
Craig Zobel
2020  (Universal Pictures)
HORROR AZIONE THRILLER
all MAKING MOVIES
08/06/2020
Craig Zobel
The Hunt
In America ancora prima di uscire ha scatenato l'inferno. Con lo stesso Trump che non avendo di meglio da fare, non pensando di avere un Paese da governare, ha voluto dire la sua.

Si parla di The Hunt, uscito dalla penna del quanto mai prolifico – ultimamente - Damon Lindelof e di Nick Cuse, che schiera sul suo campo rossi contro blu.

L'élite alto-borghese colta e giudicante, contro quei bifolchi guerrafondai che non credono al cambiamento climatico e hanno eletto, beh... Trump.

Come li schiera?

La trama è semplice: 12 sconosciuti si risvegliano dopo un turbolento viaggio aereo nel bel mezzo del nulla.

Cercano di capire cosa gli è successo, dove si trovano, iniziano ad armarsi, allearsi, inseguire la libertà, mentre qualcuno li fa fuori, uno dopo l'altro, tra mine, trappole affilate e frecce avvelenate.

Tutto è partito da un messaggio, anzi, da una fuga di notizie poi diventata virale.

Che sia vera, allora, quella caccia umana organizzata in una tenuta del Vermont?

La stanno vivendo sulla loro pelle questi leoni da tastiera? Sì.

La trama è semplice, quindi, in un continuo cambio di situazioni, di protagonisti che si decimano.

Perché alo loro risveglio vedi il biondo e la bionda, li riconosci in quanto popolari, protagonisti di serie TV e film, e pensi eccoli qua i nostri protagonisti: il bel Justin Hurwitz, la bella Emma Roberts.

Ma no, non sono loro su cui dobbiamo concentrarci.

Non è nemmeno quell'anonimo complottista.

È un'irriconoscibile Betty Gilpin (la Liberty Bell di Glow), caparbia e preparata, il vero osso duro da battere.

Che si batterà fino ai denti in un finale in cui ogni colpo è concesso, in cui finalmente con un flashback rivelatore si scoprirà come tutto è nato, chi si nasconde dietro questo sanguinario progetto.

Si esagera, certo, in situazioni al limite del trash, in una recitazione da parte della Gilpin non così convincente, tra smorfie e caratterizzazioni di troppo.

Ma i 90 minuti volano, presi a capire da che parte stare, chi è nel giusto, chi nello sbagliato.

Indecisi, perplessi e combattuti a vincere è l'intrattenimento. Quello intelligente.


TAGS: cinema | CraigZobel | Lisa Costa | loudd | recensione | TheHunt