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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
05/07/2021
John Barry
The Persuaders!
Un telefilm leggendario, la cui sigla iniziale fu composta da John Barry, rafinato songwriter, vincitore di ben cinque Oscar

C’era un tempo, i più giovani di voi stenteranno a crederlo, in cui non esistevano cellulari, computer, giochi elettronici e pay tv. Non esistevano nemmeno Mediaset, La7, Dazn, Prime, Netfix e Sky, e i canali televisivi si contavano sulla punta delle dita della mano di un monco: Rai1, Rai2 e la Svizzera Italiana (solo successivamente si aggiunsero Rai3 e Capodistria). Il palinsesto era quantitativamente modesto, ma la qualità della programmazione era decisamente di ottimo livello. Poche cose, ma di spessore. L’unicità dell’evento e la programmazione diluita nel tempo, poi, creavano ricordi indelebili e contribuivano fattivamente alla formazione di un giovane, cosa che oggi non avviene, considerate l’inflazione della proposta, il martellamento mediatico e la velocità (e voracità) del consumo. Quante serie tv sono in programmazione, oggi? Così tante, che a volerle vedere tutte non basterebbero una decina di vite. Di quante ci ricordiamo qualche mese dopo la messa in onda? Di poche, quasi nessuna, oserei dire. E non perché sono brutte (alcune sono decisamente avvincenti), semplicemente perché sono troppe.

Un tempo, le serie tv si chiamavano telefilm, e prima degli anni ’80, decennio in cui prese piede la televisione commerciale, erano un appuntamento circoscritto ad orari prestabiliti. Rai, ore 19.20 tutti i giorni e, poi, un diverso palinsesto la domenica, quando, ad esempio, andava in onda l’irrinunciabile appuntamento con Attenti A Quei Due (era il 1974). La serie, interpretata da due star del cinema internazionali del livello di Tony Curtis e Roger Moore, era il più classico dei polizieschi per famiglie: nessun efferato omicidio, nessuna scena grandguignolesca, nessun genio della scientifica che risolve il caso analizzando peli pubici, ma scazzottate, inseguimenti, qualche, vagamente allusiva, chiappa al vento e soprattutto molto humor.

I protagonisti erano il nobile inglese Brett Sinclair (interpretato dallo 007 Roger Moore), raffinato, colto, elegante e dotato di britannico aplomb, e il ricco self made man americano Danny Wilde (uno strepitoso Tony Curtis), che al contrario del suo partner era estroverso, caciarone, rissoso e un po’ grezzo. La trama gialla, in realtà, era solo un pretesto, e il telefilm si reggeva soprattutto sull’interazione/contrapposizione tra Wilde e Sinclair, i cui antitetici caratteri, il diverso ceto sociale di provenienza e gli opposti stili di vita erano sempre motivo di scanzonato antagonismo e gustosi siparietti.

Tutti quelli che hanno seguito con passione il telefilm (che oggi potreste trovare su qualche canale dedicato alla nostalgia di quegli anni), non avranno dimenticato, e come mai potrebbero?, la leggendaria sigla iniziale: le foto di Roger Moore e Tony Curtis che scorrono affiancate una all’altra a riassumere i momenti salienti delle reciproche esistenze, sulle note malinconiche di The Persuaders, composizione a firma di John Barry. Un nome, questo, che, se non siete addetti ai lavori, vi dirà poco, salvo poi scoprire che lo straordinario compositore britannico (ci ha lasciati dieci anni fa), oltre a The Persuaders, compose anche la musica per dodici film della serie di James Bond e vinse ben cinque Oscar per le migliori colonne sonore: due nel 1967 per Nata Libera, uno nel 1969 per Il Leone D’Inverno, uno nel 1986 per La Mia Africa e uno, l’ultimo, nel 1991, per Balla Coi Lupi.

Scritta da Barry nel 1971, The Persuaders venne registrata utilizzando il Moog, sistema di sintetizzatori molto in voga in quel periodo (chiedere a Emerson Lake & Palmer per conferma), e il Cimbalon, strumento musicale a corde battute o pizzicate, originario dell’Ungheria. Una strumentazione anomala per una canzone che fu un singolo di successo in molti paesi europei (tra cui Francia, Germania e Paesi Bassi), contribuendo allo status di culto della serie in Europa. Una curiosità: il lato B del 45 giri conteneva un’altra canzone di Barry, The Girl with the Sun in Her Hair, anche questo un brano strumentale, che venne utilizzato come jingle per lo spot televisivo dello shampoo Sunsilk.


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