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MAKING MOVIESAL CINEMA
Thelma
Joachim Trier
2017  (Mubi)
DRAMMATICO THRILLER
8/10
all MAKING MOVIES
03/04/2023
Joachim Trier
Thelma
Senza abbandonare il discorso del rapporto dell'individuo con sé stesso e con la società circostante, Joachim Trier realizza un thriller sovrannaturale, elegante nella forma e apprezzabile per contenuto, tanto da non far nemmeno rimpiangere la "Trilogia di Oslo".

Mentre Joachim Trier elaborava e poi girava in diversi momenti quella che è stata idealmente definita la sua Trilogia di Oslo (composta dai film Reprise del 2006, Oslo 31. August del 2011 e La persona peggiore del mondo del 2021), il regista norvegese - nato però a Copenaghen - con questo Thelma scombina un po' le carte in tavola, dedicandosi a una narrazione di genere e andando a realizzare un ottimo thriller dalle tinte sovrannaturali, molto ben riuscito sia dal punto di vista tecnico formale che da quello dei contenuti e della narrazione (aiutato da Eskil Vogt alla sceneggiatura).

Nel farlo Trier non abbandona il focus sul personale, sulle difficoltà che l'individuo può incontrare nel sentirsi parte di una società che in qualche modo si può percepire come diversa o estranea da sé; sono sempre presenti quei percorsi intimi e per forza di cose solitari che i protagonisti di Trier si trovano ad affrontare per trovare la loro collocazione nel mondo. In questo caso a maggior ragione, in quanto Thelma è una giovane donna che si trova a vivere un percorso di crescita in palese ritardo, come se il passaggio da un'adolescenza iperprotetta all'età adulta iniziasse solo nel momento in cui, causa studi universitari, diventa per lei inevitabile il confronto con gli altri, con tanto di impatto con i primi traumi "da contatto"; un po' quello che accade ai bambini con le malattie infettive la prima volta che si trovano a frequentare l'asilo o la scuola materna.

Con Thelma Joachim Trier riesce a tenere insieme in maniera perfetta il lato emotivo e quello sovrannaturale della sua vicenda rendendo un ottimo servigio allo spettatore.

 

Thelma (Elli Harboe) è cresciuta in una località isolata della Norvegia; papà Trond (Henrik Rafaelsen) e mamma Unni (Ellen Dorrit Petersen) sono osservanti cristiani fino all'eccesso e hanno educato la loro figlia secondo i principi della religione in maniera molto severa, cosa che ha impedito a Thelma di fare le stesse esperienze che normalmente i suoi coetanei hanno già affrontato. Non parliamo solo del sesso e dei rapporti con le altre persone, ma anche dell'esperienza di un semplice bicchiere di vino o di birra, della sigaretta o della festa in discoteca con gli amici. O ancor più semplicemente quella di avere degli amici.

Ciò nonostante Thelma ha (o è convinta di avere) un rapporto con il padre molto aperto, l'uomo è molto rigido e severo ma tenta in qualche modo di proteggere la figlia dai pericoli del mondo esterno, anche da quelli che lei stessa, inconsapevolmente, potrebbe provocare.

Giunta l'età per andare all'università Thelma si trasferisce a Oslo, dove non conosce nessuno. Durante una sessione di studio in una delle sale comuni dell'università Thelma viene colta da una specie di crisi epilettica durante la quale si verifica qualche strano fenomeno non colto dagli altri studenti.

La ragazza viene soccorsa da un'altra studentessa di nome Anja (Kaya Wilkins); nei giorni successivi le due giovani faranno amicizia, un'amicizia che presto diverrà qualcosa di più e che porterà Thelma a fare esperienze alle quali la sua famiglia e la sua educazione non l'avevano preparata. Insieme a queste novità che mettono in subbuglio l'animo della ragazza arrivano altre crisi e altri fenomeni difficili da spiegare in maniera razionale.

 

Come scritto da più parti il primo riferimento che viene in mente guardando Thelma di Trier è il Carrie di De Palma. In effetti è quasi impossibile non pensare al film tratto dal libro di King, i paralleli ci sono, ma Thelma è per fortuna anche qualcosa di molto diverso.

Nel raccontarci la storia di questa giovane e bella ragazza Trier offre una prova di regia di altissimo livello. L'impatto visuale del film è sempre molto interessante, alcune sequenze come quella iniziale nei boschi innevati sono molto belle e capaci da subito di scombinare la serenità dello spettatore. Ne esce quindi un film dall'apparenza molto elegante, nel quale scorre sotto la superficie un'inquietudine sempre presente e pronta a deflagrare, caratteristica dosata in modo sapiente dal regista norvegese.

I temi sono diversi, a partire da quello dei potenziali danni derivanti da un'educazione molto rigida, che può portare a un senso di inadeguatezza una volta arrivati al confronto con una società molto più liberale (senza nessuna necessità di cadere in estremismi), fino al percorso di crescita ritardato e reso quindi più esplosivo (e che qui si sublima nelle crisi e nel paranormale).

Detto questo, Trier è poi bravo ad andare a ritroso e scombinare un poco le carte quando si torna al passato di Thelma, movimento intuibile fin dalla sequenza iniziale nei boschi. C'è poi quell'amore per un'altra donna, che potrebbe essere sincero, bellissimo, ma che il pregresso condizionamento di Thelma rende difficile da accettare, molto problematico.

Trier riesce a gestire materiale non banale inserendolo perfettamente nel genere, senza troppi eccessi e ipotizzando una riscrittura della realtà che apre a segni di speranza che in altri suoi film, ben più radicati nella realtà, magari non comparivano. Girato con grandissima eleganza Thelma è un thriller sovrannaturale da tenere in gran conto.