Un grunge rock à la Royal Blood e Byiffy Clyro quello dei Kill Strings, un piccolo trio di Amburgo formatosi alla fine del 2016. Lee (voce e chitarra), David (batteria) e Dominik (basso), come tanti ragazzi appassionati di musica, hanno iniziato sin da adolescenti a suonare. Hanno fatto parte di diverse band ma con nessuna funzionava davvero, fino a che non si sono conosciuti ad un concerto scolastico, e qualcosa è scattato.
Prima quartetto poi trio, prima ancora di pubblicare il loro primo EP nel 2019 (Introspection), hanno avuto l’onore di suonare in alcuni dei più importanti festival tedeschi come l'Hurricane Festival, l’Open Flair Festival e l’Oakfield Festival. Da quel momento la stampa locale non ha avuto dubbi: sono stati eletti una delle migliori nuove band di Amburgo.
Come nella migliore tradizione amburghese (nota nel settore musicale e sportivo per i suoi riferimenti all’antifascismo), i Kill Strings, nel loro piccolo, cercano sempre di collegare la loro musica a delle cause sociali. I proventi dalla festa per l’uscita del loro primo EP, Introspection, sono stati donati a due enti di beneficenza locali con cui la band ha collaborato per coprire le spese di ammissione ad un festival di musica ad alcuni ragazzi di strada. Tutto il ricavato dei diritti d’autore di “Everything That Isn’t Me” è donato ad un’organizzazione che aiuta rifugiati e senzatetto, mentre i quelli da “Would You” vengono donati ad un ente che combatte contro gli odierni fascismi. Insomma, tutto quello che i Kill Strings ricevono dai fan, lo restituiscono a persone meno fortunate o che hanno bisogno di aiuto.
Nel caso del nuovo EP, Think/Love/Rebel, i Kill Strings, anche grazie all’aiuto di alcune piattaforme di crowdfunding, si sono autoprodotti cinque nuove canzoni per un totale di 18 minuti di un rock sporcato pesantemente di grunge. Ognuno dei tre singoli che i ragazzi hanno deciso di far uscire sono stati scelti in rappresentanza di ognuna delle tre parole di cui è composto il titolo dell’EP.
Per Think c’è la opener “Would You”, una canzone contro il fascismo (come testimonia il dono del ricavato dei diritti all’associazione di cui sopra) che vorrebbe spingere l’ascoltatore a pensare prima di agire.
Per Love c’è “Must Have Been Love”, una piacevole mid-tempo che però non rappresenta una delle più riuscite del disco, che invita ad affrontare e scendere a patti con le proprie questioni personali ed emotive per poter dare amore agli altri.
Per Rebel c’è “We Are An Army”, un invito all’azione e alla ribellione contro chi ostacola la risoluzione dei problemi ambientali e sociali che attanagliano la nostra società, una canzone per tutti coloro che si sentono impotenti di fronte alle odierne sfide globali, affinché non smettano di voler lottare.
Delle cinque canzoni di cui è composto l’EP, però, a parere di chi scrive la traccia migliore risulta l’elettrica “Drag Me”, che spicca sulle altre assieme alla traccia finale “Keeping Me”. Riff potenti e decisi, voce più graffiata e spesso quasi urlata, bel lavoro alla batteria (soprattutto per la canzone di chiusura), strutture sonore trascinanti e una vena di subdola e passivo-aggressiva oscurità che non guasta mai.
Pensa, ama e ribellati. Non sarà l’EP dell’anno, ma il claim funziona e i ragazzi si stanno dando da fare, e non solo in ambito musicale. Ad Amburgo nei Kill Strings ci credono. E voi? Che siano la next big thing del grunge?