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MAKING MOVIESAL CINEMA
Thor: Love and Thunder
Taika Waititi
2022  (Walt Disney Studios)
FANTASTICO
4/10
all MAKING MOVIES
29/07/2022
Taika Waititi
Thor: Love and Thunder
Non saprei bene se dire che per chi scrive questo Thor: Love and Thunder sia stata una delusione renda bene l'idea delle sensazioni suscitate dal film. Avendo preso l'impegno di parlare di cinema il più seriamente possibile, sempre senza essere troppo seriosi, si cerca di non scrivere cose come "il film è un immenso cacatone". Occorre quindi trovare altre parole per dare dignità a un prodotto che in realtà non è che ne mostri poi tantissima.

Allora, da dove cominciamo? Diciamo che per fortuna c'è Christian Bale, ed è già un bel punto fermo. Non saprei bene se dire che per chi scrive questo Thor: Love and Thunder sia stata una delusione renda bene l'idea delle sensazioni suscitate dal film. È difficile, anche perché avendo preso l'impegno di parlare di cinema il più seriamente possibile, sempre senza essere troppo seriosi, nel rispetto che la settima arte merita, si cerca di non scrivere cose come "il film è un immenso cacatone" e simili, occorre quindi trovare altre parole per dare dignità a un prodotto che in realtà non è che ne mostri poi tantissima.

Che poi in realtà anche su questo aspetto bisognerebbe indagare un po' più a fondo. Il target. Si voleva creare un film per bambini dai cinque ai dieci anni circa? In questo caso, a parte qualche parolaccia qua e là, direi che ci siamo, e questa sarebbe anche una scelta più che legittima da parte di Disney. Lasciamo perdere la Marvel per ora, chi scrive ha in questi giorni riletto alcuni episodi del Thor di Stan Lee, Gerry Conway e John Buscema e in fondo sia il fumetto di supereroi sia molti dei suoi adattamenti per altri media dovrebbero avere come target principale ragazzini e adolescenti, non di certo orde di adulti adoranti, e ve lo dice uno che ama la Marvel da sempre. Se invece, come è successo con la maggior parte dei film del Marvel Cinematic Universe prodotti finora, si è cercato di accontentare un pubblico variegato, beh, diciamo che in sala molto di quel pubblico non sembrava proprio entusiasta della riuscita del film. Diamo però prima un'occhiata alla trama, che in realtà spunti interessanti poteva offrirne diversi, e poi torniamo al discorso generale.

 

Antefatto: Gorr (Christian Bale) vede morire di fronte ai suoi occhi la figlioletta Love (India Hemsworth). A nulla sono valse le preghiere di Gorr al suo dio Rapu, così l'uomo sviluppa un odio viscerale per questi dei indifferenti e, venuto in possesso della necrospada, un potente artefatto, diviene il macellatore di dei intraprendendo una missione che tiene fede al suo stesso nome.

Nel frattempo sulla Terra Jane Foster (Natalie Portman) è malata, ha un cancro in fase terminale che la sta consumando, ma a Nuova Asgard, venuta in possesso del potente ma ferito Mjolnir, Jane si trasforma nella potente Thor, condizione che sembra almeno parzialmente tenere a bada la sua malattia nei momenti in cui è in veste asgardiana.

Il mitico Thor (Chris Hemsworth) invece è ancora in giro con i Guardiani della Galassia, nel momento in cui la bella Sif (Jaimie Alexander) viene attaccata da Gorr e chiede l'aiuto di Thor questi verrà coinvolto nelle vicende del macellatore di dei che pare stia puntando proprio verso Nuova Asgard, una cittadina ora difesa non solo dai due Thor ma anche dal roccioso Korg e dalla Valchiria (Tessa Thompson).

Il gruppo di eroi dovrà trovare una soluzione per fermare la collera assassina di Gorr, affidandosi anche all'aiuto di un pantheon di divinità in pericolo presieduto nientepopodimenoche dal grandissimo (in ogni senso) Zeus (Russell Crowe).

 

Taika Waititi, visti probabilmente gli apprezzamenti ricevuti da Ragnarok, il capitolo precedente delle avventure di Thor, continua sulla linea della comicità perdendo però completamente la misura. È chiaro da tempo come il Thor cinematografico sia stato trasformato, anche con buoni risultati nel film precedente, in uno dei personaggi più sciocchi e faceti dell'intero MCU, scelta che cade tra l'altro sul personaggio meno adatto se andiamo a guardare l'impostazione originaria del Thor della Marvel.

In Love and Thunder questo aspetto diviene però finanche fastidioso, il film è un susseguirsi di battutine, trovate ridicole (il dio di che? dei ravioli al vapore?), passaggi demenziali come il rapporto di gelosia tra l'ascia Stormbreaker e le (o i) potenziali rivali, dialoghi tremendi (voglio stare di merda per te), risorse sprecate (Matt Damon, Melissa McCarthy) e una trama che diventa interessante solo negli ultimi minuti del film grazie al personaggio di Christian Bale, molto caricato nell'interpretazione ma anche l'unico davvero sensato; l'unico che regala qualche momento drammatico coinvolgente e un pizzico di quell'epica che dovrebbe appartenere al Dio del tuono trasformato invece in un povero cretino.

Si poteva lavorare di più su Jane, sulla malattia, sull'interessantissimo spunto che vede gli dei come entità indifferenti alle sofferenze umane, ma ne esce un film che invece si preoccupa più di accontentare tutti (la Valchiria nera, i due papà di Korg, etc..) che non di costruire una buona storia.

Velo pietoso sullo Zeus di Russell Crowe.

Poi c'è qualche trovata visiva indovinata (l'albero Yggdrasill, il bianco e nero finale), una bella colonna sonora, Chris Hemsworth che è sempre un figo, troppo poco però per accontentarsi. Due le scene sui titoli di coda, ma la voglia di tornare a casa è tanta.