Sono le 21.31 quando nella sala principale del Teatro Miela di Trieste si spengono le luci. Il frontman Davide Toffolo, mascherato, sale sul palco con dei cartoni in mano, che comincia ad assemblare con il nastro adesivo sul momento, in perfetto stile do it yourself. Pian piano prende forma la sagoma disegnata di Pier Paolo Pasolini (PPP), il poeta di origini friulane, a cui la serata è interamente dedicata, in quanto quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dalla sua prematura scomparsa.
In sottofondo ci sono spezzoni di registrazioni audio in cui il poeta friulano spiega la sua arte e la sua filosofia di vita, il suo attaccamento alle persone semplici e comuni, ma anche la sua netta distinzione concettuale tra progresso e sviluppo. Nel frattempo prendono posizione sul palco i Ragazzi Morti e ha inizio lo spettacolo intitolato “Pasolini, concerto disegnato”.
Sin da subito, la performance unisce due delle anime che convivono nel gruppo nordestino, il disegno e la musica, dove accompagnamenti sonori e momenti di vera improvvisazione, talvolta con gli audio della voce originale di Pasolini, si uniscono a immagini tratte da alcune sue opere. Ad ascoltare in sala c’è un pubblico nutrito ed eterogeneo, composto da fan al seguito della band pordenonese, appassionati di musica rock, operatori culturali in cerca di uno show di qualità, ma anche giovani studenti e semplici cittadini in cerca di un sabato sera diverso dal solito.
La serata è un ottimo connubio tra la musica suonata e le bellissime opere visive create a mano da Toffolo col pennarello, proiettate in tempo reale sull’ampio schermo del palcoscenico. Vengono così percorse le tappe della crescita di Pier Paolo Pasolini, la sua poesia, il rapporto tra libertà e solitudine, come anche la netta eppur necessaria distinzione tra lo “sviluppo” economico e dei beni materiali e il "progresso", che può essere ben più spirituale e riguarda la crescita umana e il progresso civile.
“Lo sviluppo, almeno qui in Italia, vuole la produzione e la creazione intensa, ansiosa e smaniosa di beni superflui. Mentre, in realtà, coloro che vogliono il progresso, vorrebbero la creazione e la produzione dei beni necessari”.
Più volte, al volto disegnato di Pasolini, viene associata la scritta, prodotta a pennellate veloci da Toffolo, “SONO UNA CONTESTAZIONE VIVENTE”. C’è poi spazio anche per l’approfondimento visuale e musicale della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, avvenuta nel novembre del 1975 – una morte ancora avvolta in una coltre di mistero, che anche per questo rende Pasolini un poeta irrisolto, eterno, dannatamente attuale.
Alla fine Toffolo, col microfono in mano, ringrazia il pubblico e lo staff del teatro Miela, “lunga vita al Teatro Miela!”, svelando ai presenti che proprio dalla città giuliana è partita, molti anni fa, l’idea di questo spettacolo, su suggerimento dello scrittore Mauro Covacich. In risposta, Il pubblico non esita a tributare un lungo e meritato applauso a Toffolo e ai suoi Allegri Ragazzi Morti per essere riusciti a portare sul palco, da vero protagonista, la figura di Pasolini, un personaggio che per la sua epoca risultò scomodo, un uomo d’arte controverso, ma allo stesso tempo una persona sensibile, molto genuina e decisamente raffinata.
Post scriptum. Personalmente, mi ha colpito in modo particolare l’attaccamento di Pasolini alla cultura semplice e rurale, alle persone con un’educazione semplice e basilare, che però lasciavano integra la loro genuinità: “Le persone che amo di più sono le persone che, possibilmente, non abbiano fatto neanche la quarta elementare. Cioè le persone assolutamente semplici, … ma non ci metto della retorica in questa affermazione… Uno che abbia fatto i primi anni delle elementari ha sempre una certa grazia, che poi va perduta attraverso la cultura”.
Forse non sarà stato un caso se, il mattino dopo il concerto, ho deciso di vestire all’alba la maglietta dei TARM per andare a fare una passeggiata oltreconfine, in Slovenia, nel paese dove da bambino sono cresciuto a contatto con la natura e dove ho avuto la rara fortuna di poter interagire con persone semplici, dall'animo contadino e dallo spirito genuino…

