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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Tusk
Fleetwood Mac
1979  (Reprise)
ROCK POP
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02/06/2025
Fleetwood Mac
Tusk
Una canzone sperimentale e un disco con cui i Fletwood Mac cercarono altre strade espressive. Ecco la storia di Tusk, una parola che significa "zanna", ma che era anche il termine gergale con cui Mike Fleetwood chiamava il proprio pene.

C’è una storia divertente legata al titolo di questa canzone e, ovviamente, dell’omonimo album ove è contenuta. Tusk significa letteralmente “zanna” e il titolo fu scelto da Mike Fleetwood, indispettendo parecchio Stevie Nicks, la quale non comprendeva il senso di intitolare così il nuovo album. Trovava la parola poco elegante e, inoltre, Tusk le faceva venire in mente i cacciatori di frodo, che uccidevano gli elefanti per poi vendere l’avorio al mercato nero. Tuttavia, la bionda cantante era del tutto fuori strada, perché quella parola per il batterista assumeva ben altro significato: zanna era il termine gergale con cui Fleetwood chiamava il suo pene. Nessuna mattanza di elefanti, quindi, ma un esplicito ammiccamento sessuale. Gli altri componenti della band lo sapevano, ma alla Nicks non fu detto nulla fino a quando l’album non fu completato, cosa che la fece imbestialire ancor di più.

La canzone si basava su un riff improvvisato che la band suonava dal vivo ogni volta che saliva sul palco per introdurre il proprio live act nel momento in cui si accendevano le luci. L’idea nasceva da un’intuizione di Mike Fleetwood, che a furia di suonare il brano durante il soundcheck dei concerti, pensò di utilizzare quel riff per costruirci attorno un intero brano. L’intento, però, era quello di sperimentare, di andare oltre la forma canzone, e così il batterista decise di coinvolgere la banda musicale dell'Università della California del Sud, per arrangiare il brano con un potente partitura di ottoni.

Ciò che contava davvero, negli intenti del batterista, non era certo il senso di una canzone che, sotto il profilo dei contenuti, un senso non lo ha, ma quello semmai di creare un groove indimenticabile. Gli altri componenti del gruppo erano titubanti, anche perché Fleetwood voleva tirarne fuori un video che riprendesse la banda all’opera ed era intenzionato, per farlo, di affittare il Dodger Stadium, cosa che poi fece, nonostante il parere contrario degli altri, pagando di tasca propria.

Fu così che, il 4 giugno del 1979, i Fleewood Mac (ad eccezione di John McVie, che aveva pesantemente litigato con Lindsey Buckingam) si ritrovarono allo stadio dei Los Angeles Dodgers, che erano in viaggio per andare a giocare una partita in trasferta, insieme alla USC Trojan Marching Band. Poiché tre giorni dopo ci sarebbero state le celebrazioni per il diploma, alcuni ragazzi non si presentarono, ma la maggior parte, che teneva una copia di Rumors nella propria stanza del dormitorio, fu entusiasta di poter affiancare i propri idoli musicali.

C’è un altro particolare curioso da menzionare. Il chitarrista Lindsey Buckingham all'epoca si era appassionato alla sperimentazione, e si era messo in testa di inserire nel disco dei suoni mai ascoltati prima. Quindi, per arricchire la struttura del brano, registrò alcune delle sue parti vocali in bagno, utilizzando un microfono posizionato sul pavimento e collegato da cavi al registratore del suo studio di casa. Inoltre, si divertì molto a suonare alcune percussioni su scatole di Kleenex vuote, anche queste posizionate sul pavimento del suo bagno.

Tusk, e intendo l’intero album, fu un riuscito tentativo da parte della band di uscire dalla gabbia dorata di Rumors, uno dei dischi più venduti della storia, ma anche una spada di Damocle che pendeva sulle loro teste in attesa dell’album successivo. Invece di ripetere quella formula vincente, la band si rimise in gioco pubblicando un lavoro molto più complesso e cerebrale, che finì, però, per vendere meno, piazzando solo due singoli, Tusk e Sara, rispettivamente all’ottava e settima posizione di Billboard. Meno soldi, forse, ma una maggiore rilevanza artistica. A tal proposito Mike Fleetwood disse, durante un’intervista rilasciata al momento della pubblicazione del disco: “Tusk è probabilmente il mio album preferito ed è il più importante dei Fleetwood Mac. Tusk significa la sopravvivenza di questa band: se non avessimo fatto quell'album, forse ci saremmo sciolti."