Colin MacInnes è un nome che dice poco[1] al di fuori di milieu di ex ed ex-ex giovani provenienti da, o per lo meno appassionati di (come si possa esserlo al di fuori dell’ambito accademico lo ignoro, ma non lo escludo), stili e tribù teenageriali.
Nella migliore delle ipotesi, i suoi lettori hanno affrontato tre romanzi, solitamente partendo da quello che in ipotesi buona è l’unico letto: Absolute Beginners (in Italiano per quanto ne so ancora tradotto con Principianti assoluti). Gli altri due sono City Of Spades che lo precede e Mr. Love And Justice che gli succede (la bibliografia è ben più ampia e non starò qui ad elencarla; si tenga conto che egli era anche giornalista).
L’ipotesi più comune (ma ormai obsoleta) prevede la conoscenza[2] del film[3] tratto dal libro e la canzone omonima di David Bowie facente parte della sua colonna sonora: sempre con il titolo “Absolute Beginners”. Cioè di MacInnes quasi si ignora l’esistenza.
In un mondo meno popcorn, l’itinerario almeno per gli “ex” fu invece il seguente: “Absolute Beginners” canzone di The Jam (singolo dell’ottobre 1981[4]), quindi scoperta del romanzo e un po’ di curiosità anche per gli altri due “capitoli” della cosiddetta trilogia londinese, sebbene, magari, un battesimo letterario è dato da qualche oscuro studio sui giovani come quelli di Dick Hebdige (prima che Jon Savage diventasse quello che è) e le bibliografie che li accompagnano.
MacInnes, un bisessuale quando essere omosessuale (o bisessuale) per un maschio non era di moda ed era anche “illegale” nel Regno Unito, è passato alla storia per essere stato uno dei primi autori a scrivere di gioventù, immigrati e Londra.
Absolute Beginners in particolare si risolve in un racconto abbastanza aderente alla realtà per diventare (ecco quindi Paul Weller) un classico dei modernisti di fine anni settanta del ventesimo secolo.
Il peccato è che alla fine il suo autore è identificato (un’eccezione la fa un altro artista britannico: Billy Bragg) con la sua opera più conosciuta, come se avesse scritto solo quella[5].
Certo poteva anche andargli peggio, lo sosterrebbe probabilmente Stewart Home ricordando Terry Taylor e il suo Baron’s Court: All Change (tematiche analoghe ma successivo).
Per i pigri non monolingue:
Jerry White http://www.londonfictions.com/colin-macinnes-absolute-beginners.html
Nick Bentley http://homepages.gold.ac.uk/london-journal/september2003/bently.html
Per i diligenti: andatevi a cercare Tony Gould.
Per le ace faces (che potevano non leggere sino a qui): London Blues di Anthony Frewin.
[1] Anche la voce che gli dedica Wikipedia è scarna. Comunque: nato a Londra il 20 agosto 1914, morto di cancro il 22 aprile 1976 nella località di Hythe (Kent).
[2] Sebbene Richard Weight nel suo libro del 2013 Mod! A Very British Style, osservi come la trasposizione cinematografica “flopped […] helping to send Britain’s biggest film company, Goldcrest, into liquidation” (pag. 296).
[3] Non mi pare un capolavoro, tanto che Julien Temple (che lo ha diretto) ha sempre continuato negli anni a venire a beneficiare della sua liaison con i Sex Pistols via Malcolm McLaren (o viceversa). Esiste un documentario al riguardo del 1986: The Making of Absolute Beginners all’interno del programma televisivo The South Bank Show.
[4] Non facente parte degli album del gruppo, ma presente in almeno due antologie. Il suo b-side ha resistito meglio al tempo: “Tales From The Riverbank”.
[5] Evidentemente non è solo in questa categoria: cito soltanto James M. Barrie e Jerome D. Salinger.