Per quanto ci si dedichi e ci si sforzi, alla fine ci si scopre sempre ricoperti da una montagna d'ignoranza. Ed è così che mi imbatto per la prima volta nel cinema del regista francese François Ozon. Non che non conoscessi "di fama" il regista, nome parecchio noto per quel che concerne il mercato francese e non solo, ma non mi era riuscito di vedere finora nessuno dei suoi (tanti) film, un corpo d'opera che conta già almeno una ventina di lungometraggi tra i quali anche diversi titoli abbastanza conosciuti come 8 donne e un mistero, Swimming pool, Potiche - La bella statuina o Giovane e bella.
Giunge così anche il momento dell'incontro con questo autore e devo dire che la prima sortita nel cinema di Ozon è stata più che appagante: film intrigante, ottima regia, bella messa in scena e temi di fondo di assoluto interesse; fa inoltre piacere ritrovare ancora una volta Romain Duris del quale è ancora viva nella memoria l'ottima prova nel bellissimo Tutti i battiti del mio cuore di Jacques Audiard, anche se in molti lo ricordano più facilmente ancor più giovane per L'appartamento spagnolo di Cédric Klapisch. Anche il cast quindi, non solo Duris, a illuminare questo bel film del regista parigino.
Claire (Anaïs Demoustier) conosce la sua amica Laura (Isild Le Besco) quando ancora entrambe sono delle bambine. Le due ragazze crescono insieme: le estati, la scuola e poi le uscite, i primi ragazzi con i quali Laura sembra molto più a suo agio e dei quali Claire sembra provare anche un filo di gelosia, tanto è l'amore che prova per la sua amica.
Poi la vita va avanti, Laura sposa David (Romain Duris), Claire sposa Gilles (Raphael Personnaz), i primi due diventano genitori di una bella bambina, Lucie. L'amicizia delle due donne prosegue fino a che a interromperla arriva la malattia che in poco tempo prima costringe Laura su una sedia a rotelle e poi se la porta via lasciando David a prendersi cura da solo della piccola Lucie.
Un giorno, mentre Claire va a casa di David a trovare la piccola Lucie della quale Claire è anche la madrina, quest'ultima trova David vestito da donna, con indosso gli abiti della defunta Laura, mentre da da mangiare alla figlia. Dopo attimi di forte sconcerto da parte di Claire e di imbarazzo per David, questi spiega a Claire questa sua voglia di abbigliarsi con abiti femminili che lo accompagna fin dalla tenera età, una predisposizione che non è accompagnata dal desiderio verso il suo stesso sesso.
Questa novità, che Claire terrà nascosta al marito Gilles, porterà turbamento nella vita della donna ma anche quella che col tempo diverrà una nuova amica che potrebbe, in qualche modo, riempire il vuoto lasciato da Laura.
Film condotto con grandissima eleganza da François Ozon che regala una regia vivace, spumeggiante, anche cinefila per alcuni versi, quanto cinema ci ricorda Romain Duris vestito da donna che sale o scende per le scale? Scelte impeccabili di costumi, atmosfere, luci, per una confezione che accompagna in maniera splendida il racconto, come se fosse una storia di un Almodóvar più lieve, meno carico ma dai contenuti comunque partecipati e coinvolgenti.
I dubbi, i turbamenti, le pulsioni di Claire ci raccontano la graduale apertura di un personaggio inizialmente trattenuto nei confronti di una situazione inaspettata e che da principio può creare un certo grado di disagio, per i dettami imposti dalla società, per la sorpresa, per le proprie titubanze in fatto di apertura di genere, di desiderio sessuale, dell'accettazione di sé stesso.
È emblematico del giudizio di una società non ancora pronta a queste piccole/grandi rivoluzioni proprio il personaggio di Claire, che più di quello interpretato da Romain Duris fatica ad accettare il cambiamento mentre l'uomo accetta più in fretta e di buon grado il fatto di sentirsi a suo agio in abiti femminili, questo nuovo ruolo che si è ritagliato nei panni di Virginia (con l'accento sulla a), la nuova amica di Claire e mamma/padre di Lucie.
Ci sono passaggi bellissimi nel film di Ozon: il piacere delle giornate passate con un'amica che entusiasmano Virginia e pian piano conquistano anche Claire, le lacrime dell'uomo davanti alla drag queen che canta il suo dramma con un'interpretazione struggente, lo slittamento dei parametri, i mutamenti del desiderio, tutti passaggi gestiti da cast e regista in maniera impeccabile. Il primo impatto con l'opera del francese non sarebbe potuto andare meglio, non resta altro da fare che cercare conferme all'interno di una filmografia già ben nutrita.