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REVIEWSLE RECENSIONI
16/04/2020
Parkway Drive
Viva the Underdogs
Quando sei una band, una parte di te sognerà sempre di poter suonare come headliner in uno dei più grandi festival del mondo. I Parkway Drive ce l’hanno fatta, suonando al Wacken Open Air nell’estate del 2019. Come indelebile ricordo di questa impresa hanno rilasciato Viva The Underdogs. Pronti a fare headbaging dal vostro divano?
di La Redazione

Un nuovo album? No, Viva The Underdogs è la colonna sonora del film documentario che i Parkway Drive hanno realizzato ad imperitura memoria di un traguardo per loro storico: suonare come headliner ad uno dei festival metal più grandi del mondo, il tedesco Wacken Open Air. L’album contiene 14 tracce: 11 registrate live al Wacken e 3 tracce in studio registrate in tedesco: “Würgegriff (Vice Grip)”, “Die Leere (The Void)” e “Schattenboxen (Shadow Boxing)”, con il featuring del rapper tedesco Casper.

Ma facciamo un passo indietro per i neofiti. Chi sono i Parkway Drive? Cinque ragazzi di Byron Bay, una cittadina balneare del Nuova Galles del Sud, in Australia, che nel 2003 hanno deciso di unirsi per suonare del violentissimo metalcore. Prendono il nome dalla strada in cui c’era la loro sala prove e il locale “The Parkway House”, l’unica piccola oasi punk e hardcore in cui loro e i loro amici potevano rifugiarsi per ascoltare musica e esibirsi dal vivo. Si sentono un po’ degli underdogs (un’espressione gergale che identifica i perdenti, quelli su cui difficilmente si scommetterebbe), come tanti dei ragazzini che si avvicinano a questi generi, ma sanno di avere il fuoco dentro, una grande passione per questa musica e tanta determinazione.

La band comprende il cantante Winston McCall, i chitarristi Luke Kilpatrick e Jeff Ling, il bassista Jia O’Connor e il batterista Ben Gordon e, dopo quasi vent’anni da quel momento, questi ragazzi hanno pubblicato sei album in studio, tutti su Epitaph: Killing with a Smile (2005), Horizons (2007), Deep Blue (2010), Atlas (2012), IRE (2015) e Reverence (2018), due DVD (2009 e 2012), un EP (2004) e un libro.

Dopo tante fatiche, speranze, rinunce, duro lavoro, migliaia di tour e di festival alle spalle, nel 2019 arriva quindi quella che i Parkway Drive leggono come una piccola consacrazione, una piccola rivincita sulle tante sfide affrontate nel corso del tempo, come singoli e come band, che li porta a godersi il successo raggiunto su una delle arene più grandi del mondo. L’omonimo documentario, Viva The Underdogs, presenta alcune scene del concerto, intervallate da spezzoni in cui i membri del gruppo parlano si sé e delle loro famiglie, mentre l’album porta con sé le 11 tracce dal live e i 3 tributi alla nazione che li ha ospitati regalandogli tanto onore.

La maggior parte della scaletta del concerto è dedicata ovviamente agli ultimi due album della band, Reverence (2018) e Ire (2015), ma c’è spazio anche per alcuni classici dai lavori precedenti: “Wild Eyes” da Atlas (2012), “Karma” da Deep Blue (2010) e “Carrion” e “Idols and Anchors” da Horizons (2007).

Il live si apre con la stupenda “Prey” e l’invito di Winston a saltare tutti come pazzi fin da principio. E come si potrebbe fare altrimenti, con una traccia del genere e una scaletta simile? Già da casa è difficile stare fermi, figurarsi dal vivo con la band che è la prima ad essere carica a pallettoni!

Winston chiede dopo poche strofe di alzare le braccia al cielo al pubblico del Wacken, presenta la band con la voce che vibra dall’emozione dicendo: “We’re Parkway Drive…holy sh*t! Oh yes! Let’s have some fun!” ed è quello che si respira ad ogni traccia di questo live. Divertimento, emozione, passione, incredulità e una bella scarica di adrenalina e testosterone.

«Abbiamo costruito i nostri sogni dalle ceneri dei tuoi incubi. Porta i peccati di nostro padre, dalla culla alla tomba. Apriamo il nostro cammino attraverso l'oscurità in cui ci hai lasciato. Ora cavalchiamo nel ventre della bestia.

Siamo i diamanti che scelgono di rimanere carbone. Una generazione nata per assistere alla fine del mondo.

Contro il buon senso! Contro ogni aspettativa. Contro il mondo! Per sempre i perdenti.

Siamo i figli bastardi. Siamo quelli che si sono rifiutati di raffreddarsi. Siamo la spina al tuo fianco. Siamo i ladri nella notte. E stiamo arrivando a prendere ciò che è nostro». (“Wild Eyes”)

Gli underdogs hanno vinto e vogliono condividere questo traguardo con tutti i loro fan. Quindi mettiamo il loro album nel lettore, apriamo le orecchie e prepariamoci a sorridere e ad esaltarci assieme a loro. Ascoltiamo insieme che suono ha un sogno che si realizza.


TAGS: LauraFloreani | loudd | ParkwayDrive | recensione | VivaTheUnderdogs