Cerca

logo
SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
10/06/2025
Live Report
Wolf Alice Showcase, 09/06/2025, Apollo Club, Milano
In attesa della pubblicazione ad agosto di The Clearing e della tappa ufficiale di promozione del nuovo disco il 13 novembre all’Alcatraz, la band di Ellie Roswell dà un assaggio del nuovo repertorio in uno show coinvolgente.

Non ricordo cosa scrissi all’indomani dell’unica volta in cui vidi i Wolf Alice dal vivo, cinque anni fa al Santeria di Milano, durante il tour di Visions of a Life. All’epoca erano esplosi da poco, proprio con quel disco, ma il ricordo che ho è quello di una performance senza dubbio onesta, ma ben lontana dal lasciare il segno. Un gruppo che aveva dalla sua ottime canzoni, ma che mi era apparso ancora piuttosto ingessato sulle assi del palcoscenico.

Di tempo, da allora, ne è passato parecchio: nel 2021 è uscito un nuovo disco, Blue Weekend, che ne ha diversificato parecchio il songwriting, accentuando la dimensione pop ma al contempo scurendo le atmosfere mediante una discreta contaminazione con le suggestioni dream di scuola Beach House e Mazzy Star. Ellie Roswell ha decisamente evoluto il suo modo di cantare e nel complesso il quartetto di Londra appare molto più maturo e versatile.

Certo, il suo successo può facilmente essere spiegato tirando in ballo canzoni che, sia quando prediligevano sonorità più potenti e distorte, sia nella più soffusa veste odierna, sembrano fatte apposta per piacere ai teenager; detto questo, è indubbio che i Wolf Alice siano una realtà validissima, approdata alla dimensione mainstream senza per nulla sacrificare l’aspetto qualitativo della propria musica.

The Clearing, il loro quarto disco, uscirà a fine agosto e per prepararsi al meglio, anche in vista del tour di questo autunno, hanno deciso di partire per un breve giro di date in locali da poche centinaia di persone, molto più piccoli delle venue che ormai sono abituati a riempire, mettendoci in mezzo la partecipazione ad un grande festival come il Primavera Sound.

A Milano la location prescelta è l’Apollo Club, non lontano da Porta Genova: una discoteca dalle dimensioni decisamente ridotte, con un palco basso e molto ristretto. La visibilità, in queste condizioni, non è certo delle migliori, ma è comunque piacevole osservare un gruppo così grande in una situazione da band esordiente.

Il poco spazio a disposizione fa sì che i cinque (c’è come sempre il membro aggiunto Ryan Malcolm alle tastiere) non possano muoversi molto; la più sacrificata da questo punto di vista è sicuramente Ellie Roswell, costretta a limitare molto le sue doti da performer (ho avuto modo di constatare, osservandola in video, come nel frattempo sia migliorata parecchio) concentrandosi sulla resa vocale.

Il concerto comincia sui movimenti sinuosi di “Formidable Cool”, si sposta su “Delicious Things”, un brano che potrebbe essere uscito senza problemi dal canzoniere di Lana del Rey, e approda sui Synth ottantiani di “How Can I Make It Ok?”, col suo refrain ad alto tasso di sensualità: in poche parole, i Wolf Alice entrano in scena mostrando il loro lato Pop.

Subito dopo è il turno di “Bloom Baby Bloom”, ad oggi l’unico singolo del nuovo album ad essere stato pubblicato: un brano leggerino, con un refrain contagioso ma, almeno per quanto mi riguarda, lontano dalle loro cose migliori. Funziona molto meglio “The Sofa”, che viene offerta in anteprima dopo una pregevole versione acustica di “Safe From Heartbreak”: è una ballata piuttosto malinconica, costruita su un crescendo di grande efficacia, con Ellie veramente al top della forma.

Chi si fosse aspettato un numero maggiore di estratti da The Clearing sarà rimasto deluso: a parte questi due, infatti, la scaletta si è incentrata sul materiale già noto, con un mix piuttosto omogeneo di tutti e tre i dischi.

Nel complesso, la prova del gruppo è stata ottima e soprattutto per me, che non li vedevo da parecchio tempo, ha rappresentato una gradita sorpresa: i cinque, nonostante la poca libertà di muoversi, hanno messo in piedi uno show incendiario, con Joel Amey a spingere parecchio sulla batteria e Theo Ellis al basso a dargli manforte (quest’ultimo, per atteggiamento e movenze, è poi un vero e proprio frontman aggiunto). Molto efficace anche Joff Oddie alla chitarra, parti lineari, note al posto giusto senza mai strafare, mentre Ryan Malcolm potrebbe all’apparenza sembrare poco presente (anche perché suona seduto sul fondo e proprio non lo si vede!) ma in realtà riempie parecchio, arricchendo i vari brani di dettagli e sfumature, e fornendo un notevole contributo sulle seconde voci.

La resa sonora complessiva è ottima, il gruppo è in palla e il pubblico risponde alla grande, scatenandosi soprattutto sugli episodi più datati, che sono anche quelli più aggressivi e up tempo. “Bros”, con le sue melodie anthemiche, trasforma il posto in una bolgia, mentre sulla successiva “Yuk Foo” Ellie canta attraverso un megafono e passeggia tra la folla, scatenando un comprensibile putiferio (e la solita immancabile selva di telefonini, purtroppo). Tiratissima anche “Play the Greatest Hits”, unico brano di Blue Weekend che si avvale di sonorità abrasive.

La pianistica “Last Man on Earth” smorza i toni e addolcisce l’atmosfera, un’altra esecuzione piena di pathos e intensità, a testimoniare una resa live decisamente aumentata. Con “Giant Peach”, altro brano dagli esordi, si torna a picchiare duro, le chitarre aggressive che ad un certo punto escono dal tema principale per accennare a classici come “Seven Nation Army” e “Iron Man”.

Nel frattempo la temperatura sale esponenzialmente e l’aria condizionata che ci aveva offerto un minimo di refrigerio all’ingresso si rivela ormai inutile. La band ritorna alla dimensione pop dell’ultimo disco, con le sonorità glamour di “Smile”, la vaporosità di “Lipstick on the Glass” e l’hook irresistibile di “Moaning Lisa Smile”, prima che nei bis esploda la solita “Don’t Delete the Kisses”, col pubblico a fare casino per l’ultima volta.

Un’ora abbondante di concerto, una band in gran forma e ormai pronta per un ulteriore upgrade a livello commerciale. Appuntamento ad agosto con The Clearing  e poi il 13 novembre all’Alcatraz, dove rischieremo ugualmente di stare stretti.