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REVIEWSLE RECENSIONI
29/10/2025
Snõõper
Worldwide
Non esiste limite di velocità in Worldwide. Anzi, se sentite un botto, sono gli Snõõper che superano il muro del suono.

Dare il massimo in trenta minuti. Interrompersi sul più bello per cambiare ritmo, solo per il gusto di farlo. Coniugare il mestiere di insegnante di scuola primaria con il ruolo di front-woman in un gruppo egg-punk e convincere i genitori dei tuoi alunni (ma immagino anche il tuo dirigente, e ve lo dice uno che fa il maestro elementare in Italia) che non c’è nulla di strano. 

A scartabellare tra interviste e articoli dedicati agli Snõõper (si scrive proprio così, con la doppia tilde) di estratti apparentemente nonsense di questo tono c’è solo l’imbarazzo della scelta. Una narrazione tra il situazionismo e il surreale di cui si trova più di una conferma nei suoni e nell’estetica della band di Nashville, Tennessee, guidata dalla cantante Blair Tramel e dal chitarrista Connor Cummins. I video sono completamente fuori di testa, da non credere, e le registrazioni dei concerti disponibili sul loro canale YouTube non lasciano dubbi sull’approccio della band, a metà tra i Devo e i Ramones con il valore aggiunto di quel modo di declamare i testi con melodie ridotte all’osso e tutti i cliché del punk dal timbro femminile. 

Pezzi brevissimi e tiratissimi, ai limiti delle possibilità umane e strumentali, e talvolta persino proibitivi per le esecuzioni live. Su disco, però, rendono benissimo, e (non me ne vogliate) lì devono stare. I tempi sono cambiati e la tecnica è approdata anche tra i generi professati da chi, alle origini, se ne faceva un baffo, ci sono infatti fior di musicisti prestati al punk. Ma non è facile, non tutti suonano come gli Idles, e nel dubbio cerchiamo di accontentarci delle registrazioni e dei missaggi in studio per goderci tutta la trasgressione e la violenza del suono comodamente stravaccati in poltrona. Non è un segreto che il confine tra i pattern mozzafiato di batteria hardcore e certe marcette o la polka da sala da ballo sia molto labile.

 

Ma atteniamoci ai fatti. Worldwide è un ottimo album composto da brani decisamente originali e spiazzanti. Le prime tre tracce (“Opt Out”, “On Line” e “Company Car”) sono pensati per mettere a tappeto gli ascoltatori incauti. I sopravvissuti si precipiteranno in pista per ballare al ritmo di “Worldwide”, la title track, che si preannuncia hit insostituibile ad assicurare un adeguato climax alle future playlist dei capodanni indie rock. 

Ma è solo un’illusione perché con le successive “Guard Dog” e “Hologram” si riaccende il delirio. “Star 6 9” rientra in canoni più retrofuturisti e reclama un remix techno, con “Blockhead” torniamo invece alla pura follia mentre la decostruzione di “Come Together” che segue sta ai Beatles come "(I Can't Get No) Satisfaction" nell’interpretazione dei Devo stava ai Rolling Stones, comunque un’ottima intuizione per un brano che, come lo suoni, ha sempre un suo perché. “Pom Pom” è l’ultima traccia in linea (accelerata) con le altre canzoni, perché la coda dell’album ci riserva i due episodi migliori, “Relay” (martellante come “She’s Lost Control”) e “Subdivision” (un brano decisamente più elaborato e una spanna sopra il resto), che con la loro atmosfera più cupa virano verso il post-punk. 

 

A giudicare dall’opera di esordio, il precedente Super Snõõper, la produzione di John Congleton (superfluo citare qualunque delle sue centinaia di fruttuose collaborazioni) sui solchi di Worldwide ha permesso agli Snõõper di spingere al massimo la loro portata dirompente e naif, di ottimizzare l’estro creativo dei due membri fondatori probabilmente costringendoli a qualche compromesso con lo spirito libero di partenza ma, indubbiamente, a tutto vantaggio della resa discografica.