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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
04/04/2024
Live Report
Nosferatu (Iriondo, Qqru, Nuccini), 03/04/2024, Arci Bellezza, Milano
Il lungometraggio Nosferatu, realizzato nel 1922 da Murnau, sonorizzato da Xabier Iriondo (tra gli altri gruppi, negli Afterhours), Karim Qqru (Zen Circus) e Corrado Nuccini (Giadini di Mirò), ha permesso una magica serata al Circolo Bellezza. Qui il racconto, con più di qualche chicca sul film tutta da scoprire!

Della fascinazione della sonorizzazione di lungometraggi muti degli anni ’20 e ‘30 avevo avuto già modo di parlarne nella recensione del disco del duo Bono-Burattini (vedasi qui).

Per non ripetermi e dilungarmi inutilmente in questa sede, in via sintetica, ribadisco semplicemente che la mancanza di musiche originali permette, da parte dei musicisti che si cimentano nel proporre una propria personale colonna sonora, un approccio “puro” e scevro dalla necessità di cimentarsi e/o volutamente discostarsi da una traccia musicale originale.

Il lungometraggio Nosferatu, realizzato nel 1922, risulta una delle pietre miliari delle sonorizzazioni che nel corso degli anni hanno interessato le opere cinematografiche mute, il cui interesse nel corso del tempo, anziché sfumare, si è via via più intensificato.

Basti pensare che la sera prima, mentre sempre all'Arci bellezza suonavano Steve Wynn e Chris Cacavas (vedasi il live report qui), al Joshua club rappresentavano il film in oggetto sempre con un accompagnamento musicale, nell'ambito di una rassegna che vedrà la proiezione, ogni martedì del mese di Aprile, di quattro film del periodo espressionista.

 

Di Nosferatu si è detto molto, forse anche tutto, quindi ritengo francamente inutile reiterare le varie analisi filmografiche, sociali, psicoanalitiche, dell'opera di Murnau; chi vuole potrà tranquillamente reperire moltissime informazioni su internet, peraltro realizzate da cinefili di maggiore caratura rispetto al sottoscritto (per chi interessa c’è un bell’articolo di Andrea Minuz, autore di una monografia su Murnau, che potrete trovare sul sito Cinematografo.it).

Mi permetterete tuttavia di segnalarvi due o tre “chicche” non proprio comuni.

Innanzitutto forse non tutti sanno che tale opera cinematografica, è stata una tra le prime cause giuridiche in tema di violazione di diritti d’autore. E’ difatti evidente che l’opera (come all’epoca peraltro indicato) è “fortemente” ispirata al Dracula di Bram Stoker, ma, nel cercare di evitare il pagamento dei diritti d’autore, la casa di produzione introdusse (vanamente) delle differenze: l’introduzione e la parte finale della storia sono difatti ambientate nel paesino di Wisborg e non a Londra; Dracula prende il nome di Conte Orlok (intepretato da Max Schreck, il cui nome, tradotto in Italiano, è Massimo Spavento, nomen omen); la figura del cacciatore di vampiri non viene tratteggiata, etc.

Ciò, in ogni caso, non portò al risultato sperato, in quanto la moglie di Stoker, Florence Balcombe, quale esecutore testamentario del consorte, intraprese una causa contro la casa produttrice del film, Prana-film, che, anche per questa causa, venne dichiarata fallita. La sentenza prevedeva peraltro il sequestro e contestuale distruzione di tutte le “pizze” del film, circostanza che, per fortuna, non avvenne, cosicché una o alcune di esse sopravvissero.

Anche la storia della Prana-film merita di avere un cenno. Tale casa di produzione che, a seguito della sentenza di fallimento, produsse solo Nosferatu, aveva tra i suoi fondatori un occultista, circostanza che da taluni trova conferma nella sequenza della pellicola relativa al contratto di locazione della casa stipulato dal conte Orlok, dove si nota l’utilizzo di alcuni simboli esoterici (in particolare, in un fotogramma, è chiaramente visibile un “quadrato magico”). A tale riguardo si noti altresì come uno dei personaggi del film risulti essere un medico seguace di Paracelso (noto medico ed alchimista).

A prescindere comunque da letture esotericamente orientate, tutto il registro fimografico dell’opera può essere interpretato come una lotta tra il bene ed il male, rappresentato da una lato da Ellen, la moglie di Hutter, e dall’altro lato dal Conte Orlok.

 

Per tornare all’aspetto che più ci interessa, ovvero quello musicale, come indicato in premessa, la fascinazione verso Nosferatu risale a molti anni addietro, tant'è vero che (come scritto su Loudd) già i Faust, gruppo culto del kraut rock degli anni '70, registrarono una loro sonorizzazione rispetto a questa opera cinematografica (da non confondersi con la colonna sonora originale, realizzata da un altro gruppo “cosmico” tedesco, i Popul Vuh, per il remake realizzato dal cineasta Herzog, con protagonista Klaus Kinski).

Sempre nell'ottica sopraindicata, ricordo che una tra le sonorizzazioni più belle che mi è capitato ascoltare di tale film è quella realizzata dagli Art Zoyd, mentre in altro ambito sonoro non può non essere ricordata quella realizzata dal grande pianista jazz Enrico Intra.

 

Tutto questo per dire che l’impresa al quale si è prestato il “super-gruppo” composto da Xabier Iriondo (tra gli altri gruppi, negli Afterhours), Karim Qqru (Zen Circus) e Corrado Nuccini (Giadini di Mirò) sconta, da un lato, la circostanza di non essere di certo una premiere; dall’altro lato, appunto, di trovare dei precedenti anche illustri. Ciò nonostante, a conferma del persistente interesse alla produzione cinematografica in oggetto, la Palestra Visconti presentava un nutrito pubblico con una media abbastanza giovanile.

Non volendo spoilare la visione del film a chi ancora non l’abbia visto, segnalo che il live report, seppur non svelando il finale, ne potendo ovviamente recensire il continuum sonoro, farà necessariamente riferimento ad una serie di sequenze, quindi, il lettore è avvertito.

 

La versione musicata dal trio risulta essere una commistione tra momenti esplicitamente rock (i fotogrammi tra la corrispondenza che intercorre inizialmente tra il Conte Orlok e il discepolo Knock, impresario datore di lavoro di Hutter; la cavalcata che conduce quest’ultimo presso il Castello del Conte) che raggiunge il suo culmine nell’arrivo della carrozza di Orlok (anche grazie al raddoppio di velocità utilizzato come stratagemma dal registra) e momenti più lirici (la premonizione di Ellen alla partenza di Hutter per la Transilvania) che sfumano in suoni screziati di inquetiduine.

Altro momento di idillio musicale risulta essere quello che accompagna la sequenza iconica di Ellen sulle dune della spiaggia, contorniata da una serie di croci cimiteriali; idillio che viene presto incrinato nella lettura della lettera di Hutter, così sonoricamente sfumando in una sorta di ambient saturata.

Personalmente ho risentito una citazione del disco degli Art Zoyd prima citati, con l’utilizzo di un cluster elettronico cupo ed intenso, nel momento del caricamento delle bare da parte di Orlok per la partenza; climax sonoro che si pone al servizio dalla tecnica di raddoppio della velocità sopra descritta, utilizzata anche in questa occasione dal regista.

Risulta altresì condivisibile la scelta dell’utilizzo di un drumming potente che annuncia la peste che accompagna il viaggio di Orlok verso Wisborg, sino all’arrivo spettrale nel porto della cittadina di Wisborg.

 

In conclusione, la colonna sonora approntata dal Trio Iriondo, Qqru, Nuccini è risultata essere un “credibile” soundtrack di impronta modernista per un film (si ricordi oramai “girato” più di cento anni orsono); quindi è un’occasione da non perdere.

Poi vista l’ampia scelta di sonorizzazione, potrete redigere una vostra personale playlist delle sonorizzazioni che preferite, oppure, perché no, immaginare un mix tra le stesse.