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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
05/10/2025
Live Report
The Wants, 04/10/2025, Circolo Gagarin, Busto Arsizio
Il Circolo Gagarin di Busto Arsizio fa un bel colpo portandosi in casa la data italiana dei The Wants, dediti ad uno spigoloso post punk no wave, che nella dimensione live hanno dato il loro meglio conquistando il pubblico accorso.

Il Circolo Gagarin di Busto Arsizio è da sempre una garanzia in fatto di programmazione live: non ci sono nomi sulla bocca di tutti come accade a Milano, ma di roba interessante ne passa parecchia, a saper guardare con attenzione (i Big/Brave, giusto per citare un gruppo non esattamente sconosciuto, ci torneranno a novembre dopo averci già suonato un paio di anni fa). La sfida, a detta degli organizzatori, è quella di riuscire a portare anche il pubblico milanese a questi concerti, anche perché la scena locale non è esattamente spumeggiante...

Detto questo, quello di stasera è davvero un appuntamento d'eccezione: i Wants, da New York, hanno saputo ritagliarsi uno spazio non banale all'interno del pur affollatissimo panorama Post Punk. Nati da una costola dei Bodega (il cantante e chitarrista Madison Velding VanDam e la bassista Heather Elle provengono entrambi da questa formazione), il loro esordio Container è arrivato poco prima della pandemia e ha suscitato buone impressioni tra gli addetti ai lavori, anche se le successive chiusure li ha immediatamente costretti ad interrompere l'attività live.

Non era scontato che tornassero: ci sono stati diversi anni di stallo e un cambio di formazione, con Elle sostituita da Yasmin Haddad (che ha anche un progetto solista sotto il monicker NightNight) al basso e ai Synth. Bastard è uscito a giugno ed è un gran bel sophomore, a tratti lontano dal debutto, con inserti maggiori di melodia ed una vena elettronica più spostata verso il modello dei Depeche Mode, rispetto ai paesaggi Post industriali che modellavano Container.

 

Goderseli dal vivo in quella che, se non mi sto perdendo qualcosa, dovrebbe essere la prima data in assoluto nel nostro paese, è senza dubbio un'occasione da non perdere. In apertura, ulteriore motivo di interesse, i piacentini My Bicycle Keys, giovanissimi e con all'attivo un EP, homesick (again), uscito a gennaio per Bastione Records. L'ascolto dei loro brani in studio mi aveva lasciato un po' di amaro in bocca ma devo ammettere che dal vivo sono tutt'altra cosa: la base è un Punk/Hardcore violento, anche se nel complesso piuttosto controllato, ma sono molto bravi a spaziare a più riprese per altri lidi, dal Grunge ad un più generico Rock alternativo ben piantato negli anni '90. Scrittura derivativa ma pregevole, anche per la disinvoltura con cui passano dall'inglese all'italiano nei testi. Ottima e non scontata tenuta di palco, nella mezz'ora a loro disposizione riescono a convincerci ampiamente. Teniamoli d'occhio.

I protagonisti della serata si presentano sul palco poco dopo le 23 (siete perdonati giusto perché è sabato) e l'attacco con "Explosions" e "87 Gas", entrambe dal nuovo disco, mette immediatamente le cose in chiaro. Dal vivo i suoni sono più robusti, c'è una maggiore componente marziale e le melodie vengono in parte stemperate, anche per l'abitudine di VanDam di modificare alcune delle linee vocali e di ridisegnare in parte gli arrangiamenti (vedi "Void Meets Concrete", proposta in una versione alquanto differente da quella inclusa sul disco).

L'impatto generale è notevole, con il drumming di Jason Gates che alterna precisione chirurgica a potenza deflagrante, Yasmin Haddad che suona soprattutto il basso, aiutandosi a tratti col Synth e mandando diverse volte in loop le varie parti. Madison è poi figura carismatica e bizzarra, compassato e a tratti funereo nella sua vocalità, cambia totalmente mood nel sottolineare i momenti più accesi, muovendosi a scatti, come fosse uno Ian Curtis ancora più esagitato.

 

Suonano per un'ora, un brano dopo l'altro, senza pause e senza mai rivolgersi al pubblico, se non nel finale. Si va in apnea e si è totalmente travolti dall'intransigenza No Wave della proposta, in una spigolosità di fondo che rende queste canzoni ancora più affascinanti. Come tutti i gruppi provenienti dall'area Post Punk, dal vivo appaiono nella loro dimensione migliore, anche se qui l'accento è posto maggiormente sulla dimensione ritmica ed elettronica del sound, piuttosto che sulle chitarre.

E poi dalla loro hanno un ottimo repertorio, sebbene ci siano ancora ampi margini di miglioramento: le varie "Container", "Fear My Society" (la cosa che più si avvicina ad una hit) "Data Tumor", nonché la conclusiva "Clearly a Crisis", in sede live dimostrano ancora di più tutto il loro potenziale.

Il pubblico, non troppo numeroso ma comunque attento e partecipe, a fine serata apparirà totalmente conquistato.

Se ne parla ancora troppo poco ma se col prossimo album sapranno lavorare a dovere sul songwriting, potrebbero anche recitare una parte da protagonisti. Complimenti al Circolo Gagarin per averceli portati.

 

 

Le fotografie della serata, a cura di Simone Muri