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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
04/08/2025
Live Report
Afterhours, 03/08/2025, Suoni Controvento, Rocca Maggiore, Assisi
Manuel Agnelli riunisce la vecchia formazione per il ventennale di Ballate per Piccole Iene. Alla Rocca Maggiore di Assisi, gli Afterhours ripercorrono una tappa fondamentale della loro discografia esibendosi con l’entusiasmo di chi non deve dimostrare (più) nulla.

La Rocca Maggiore di Assisi nei secoli ha ospitato imperatori, re e cardinali. Nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare che un giorno, sul piazzale dove venivano allineate le milizie, si sarebbe schierato il pubblico di un concerto rock.

In questo affascinante scenario, fiancheggiati dalle mura di questa fortezza che domina una valle dal panorama mozzafiato, gli Afterhours sono venuti per la tappa umbra del loro tour del ventennale del disco Ballate per Piccole Iene, all’interno della rassegna Suoni Controvento.

Il pomeriggio era stato funestato da un intenso temporale e va dato atto ai tecnici della band e allo staff del Festival di essere riusciti a garantire lo show nel pieno rispetto dei tempi.

 

Gli appassionati sono presenti in massa fin dall’apertura dei cancelli, dopo essersi cimentati nell’ascesa verso la Rocca attraverso vie e vicoli di Assisi. I fan sono qui sicuramente per Manuel Agnelli e soci, ma nell’attesa possono godersi Aimless e Linfa come gruppi di apertura.

In questo tour estivo, infatti, gli Afterhours hanno presentato come opener alcune band della rassegna Carne Fresca, iniziativa pensata per dare visibilità a realtà emergenti del panorama italiano rock e non solo.

Aimless e Linfa, che avevamo intervistato qualche settimana fa (qui la nostra chiacchierata con gli Aimless e qui quella con i Linfa), hanno presentato due set tirati, carichi di energia e freschezza e hanno mantenuto la promessa di “spaccare il palco”, ben accolti dal pubblico che ha calorosamente risposto ai due gruppi monzesi.

 

Arriva poi il turno degli Afterhours, che propongono nella prima parte di concerto l’intero Ballate per Piccole Iene nell’esatto ordine di scaletta. Il particolare che aveva colpito fin dall’annuncio di questo tour era che per l’occasione si sarebbe riunita la stessa formazione che aveva registrato quel disco.

C’era quindi grande attesa per il ritorno di Giorgio Prette, batterista storico della formazione; Dario Ciffo al violino e Andrea Viti al basso. I tre avevano abbandonato la band in momenti diversi. Per non parlare del fatto che gli Afterhours come band fossero in pausa dal 2020. L’idea di questo tour incentrato sull’anniversario di un disco specifico ha permesso quindi di rimettere insieme la combo dell’epoca. “Gli Afterhours - aveva spiegato Agnelli - erano diventati troppo grossi per essere una band di amici che si ritrovano per divertimento, ma non abbastanza grandi da avere un senso in quel modo. Ti devi muovere in una direzione specifica, devi organizzare tutto mesi prima, fare una promozione ad hoc e questa roba ti ammazza a livello creativo”.

Quando partono le note di “La Sottile Linea Bianca” e “Ballata per la mia Piccola Iena” abbiamo voglia di vedere se questo “gruppo di amici”, che si sono rimessi in viaggio per l’occasione, senza l’assillo di dover essere una band dai grandi numeri, possa ancora regalare emozioni.

La prima impressione è positiva. Non si tratta di un viaggio con la macchina del tempo nel 2005, ma questi Afterhours tirati a lucido e senza ansia da prestazione ci danno dentro e sembrano divertirsi molto nel farlo. Manuel Agnelli, blusa di pelle e anfibietto (non in tinta) si muove tra canzoni che conosce bene insieme alle persone con le quali le ha scritte e suonate all’epoca. Niente virtuosismi, ma dritti alla sostanza con l’accelerata di “È la fine la più importante” e la ballatona strappacuore “Ci sono molti modi”.

 

Ballate per piccole iene fu concepito in ritiro a Catania in collaborazione con Greg Dulli. Il già leader degli Afghan Whigs non è nella band di questo tour come invece lo fu all’epoca (così come l’allora touring member Giorgio Ciccarelli, nel cui ruolo c’è oggi Giacomo Rossetti), ma aveva contribuito in maniera determinante al disco, anche in fase compositiva. È un’opera sicuramente influenzata dal genius loci della città etnea, un disco nel quale sentiamo gli elementi del fuoco del vulcano e dell’acqua del Mediterraneo. Le profondità della terra e gli abissi marini a rappresentare il tentativo di esplorare sentimenti e demoni sepolti in noi.

Da “La Vedova Bianca” a “Il compleanno di Andrea” è un’intensa cavalcata in quelle atmosfere e una riscoperta delle sonorità che contraddistinsero un periodo fecondo e ispirato degli Afterhours.

 

Il secondo set del concerto si apre con “La canzone di Marinella”, il brano di De Andrè spesso riproposto dalla band e legato a ricordi molto personali di Manuel Agnelli. Inserito in questa scaletta rappresenta il momento di cesura tra i temi intimisti affrontati nel primo set e la fase esplosiva della seconda parte. Qui si concentrano infatti i brani più travolgenti del repertorio: “Strategie”, “Germi”, “Dea”. È lo stesso Agnelli ad assecondare il pubblico nel pogo, dando precise istruzioni sulla zona da utilizzare e lanciando poi il segnale per scatenarsi.

Alle sue spalle, i componenti della band si lanciano segni d’intesa, ammiccano, ridono tra loro, si scambiano high-five. La cosa mi ha colpito perché era veramente tanto tempo che non si vedevano gesti giocosi e rilassati su un palco degli Afterhours.

Si prosegue poi con una tambureggiante versione di “War Pigs”, come omaggio a Ozzy Osbourne, e una carrellata incalzante di brani ripescati preferibilmente dal repertorio più datato: “Male di Miele”, “Quelllo che non c’è”, “Non si esce vivi dagli anni ‘80”.

 

Un Agnelli in vena di interazione (spesso divertita e sincera) con un pubblico vivace e caloroso, si congeda non senza un ammonimento sull’importanza della partecipazione reale e fisica alla politica e alle scelte e ringrazia soddisfatto i presenti per aver assistito senza quasi usare i cellulari. Effettivamente non avevo notato il basso utilizzo del diabolico aggeggio, ben al di sotto della media attuale.

Nel bis c’è ancora spazio per “Non è per sempre” e “Voglio una pelle splendida”, dove il pubblico viene invitato a unirsi ai cori, nel momento classicamente più celebrativo di un live rock. Prima di salutare i fan, i cinque si raccolgono in lungo e significativo abbraccio collettivo, quasi un rito che riguarda soprattutto loro, prima di sciogliersi nell’applauso conclusivo.

Alla fine di oltre due ore di concerto, le piccole iene si disperdono nei vicoli ora silenziosi di Assisi dopo aver visto i vecchi-nuovi Afterhours in ottima forma. Nel silenzio ora solenne del Piazzale della Rocca Maggiore mi chiedo se il tour celebrativo del disco sia stato anche un pretesto per un nuovo inizio: Agnelli ha salutato facendo intendere però che questa questo tour dovrebbe rimanere senza seguito. Solo il tempo ci dirà se questo è un finale che non faccia male.