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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
18/12/2025
Live Report
Nero Kane, 16/12/2025, Arci Bellezza, Milano
Presenti per l’ultimo concerto italiano dei Ritual Folk Shows di Nero Kane, tra luce ed ombre, folk e misticismo, elettronica e acustica, perché il mondo sarà salvato dalla Bellezza.

Sappiamo tutti che nei giorni prima di Natale si accavallano una serie di impegni serali (voluti, o a cui si deve giocoforza sottostare) ma anche in questo periodo, per noi amanti della musica, vale la pena di fare qualche sforzo per alimentare la nostra passione. Così in una piovosa sera di dicembre, eccoci al Bellezza per ascoltare i Nero Kane.

Preliminarmente, per i motivi sopra citati, mi dispiace di non essere riuscito ad arrivare in tempo per l’apertura da parte dei Lasael, gruppo milanese, guidati dal cantante Jesse Perret, autori di un EP pubblicato nel 2023 e di un singolo nell’ottobre 2024, che avevano già aperto al concerto di Nero Kane qualche mese orsono al Circolo Gagarin di Busto Arsizio.

Ascoltando qualche commento mi sono stati descritti come una band che trova quali proprie muse ispiratrici i primissimi Birthday Party, periodo berlinese. Per chi volesse approfondire rimando alla loro pagina di Bandcamp.

 

Arrivando a Nero Kane, non vi nascondo che ero molto curioso di sentirlo dal vivo, avendo avuto modo di intervistare lui e Samantha (leggi intervista qui) e di recensire il loro ultimo album, For the Love, the Death and the Poetry (vedi qui la spigolatura dove si trova la recensione), che ha ricevuto molti positivi consensi.

In via preliminare, tenuto conto della peculiarità del progetto Nero Kane, ovvero dell’attenzione mostrata anche agli aspetti di carattere iconografico, l’esecuzione live ha mostrato una serie di elementi a corredo della stessa che, in tale ottica, penso rivestano particolare importanza per l’esecuzione: in primo luogo il voluto utilizzo costante di una luce rossa che illumina il palco, che, da un lato satura l’ambiente di un tono carminio, dall’altro lato crea (come è possibile vedere dalle foto) una serie di ombre che fanno ancor più risaltare la dimensione del palco e le figure dei musicisti.

In secondo luogo, dettaglio anche questo ricercato, l’abbigliamento di Marco e Samantha (che abbandona il solito vestiario bianco, a favore di un abito nero di foggia vittoriana) che, per i concerti che stanno supportando l’uscita del nuovo disco (denominati Ritual Folk Shows), risultano gli stessi utilizzati dalla coppia nel video "As an Angel’s Voice".

 

Passando, più propriamente agli aspetti musicali, mi ha sorpreso innanzitutto la strumentazione: Marco durante il concerto ha suonato con due chitarre: una acustica e una elettrica e con una serie di pedaliere da far invidia a moltissimi shoegazer, mentre Samantha Stella, oramai divenuta presenza assidua e costante, ha utilizzato un Mellotron Micro.

Per chi non conosce questo strumento, inventato agli inizi degli anni Sessanta: il Mellotron è stato di fatto l’antesignano dei moderni campionatori, essendo uno strumento a tastiera elettromeccanica che riproduce suoni preregistrati su nastri magnetici,

Il Mellotron originale assomigliava a un vero e proprio organo elettronico, ma, a differenza di tale strumento, ogni tasto aziona un breve tratto di nastro con un suono registrato, come flauti, archi, ottoni o voci.

Tenendo premuto il tasto, il nastro scorre sulla testina di lettura, mentre rilasciandolo una molla riavvolge il nastro all’inizio; in sintesi, il Mellotron, grazie alle tracce registrate e azionate tramite la pressione del tasto, risulta essere l’alter-ego di una vera e propria orchestra, di cui riproduce molti effetti.

Lo strumento fu usato intensamente nel rock tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, soprattutto nel rock psichedelico e progressivo, diventando un marchio sonoro di quell’epoca. Solo per farvi un esempio noto universalmente dell’utilizzo del Mellotron, basta che ascoltiate l’intro di flauto di “Strawberry Fields Forever” che, alla pari di molte trame sinfoniche degli album di rock progressivo, sono esempi emblematici del suo timbro.

Poiché i Mellotron d’epoca risultavano essere pesanti e meccanicamente delicati, anche a seguito dei mutamenti musicali (leggasi punk) e della ideazione dei sintetizzatori analogici degli inizi degli anni Ottanta, cadde in disuso, per riemergere, dagli anni Duemila in poi grazie al rilascio di edizioni digitali con dimensioni ridotte (come potete vedere dalla foto) che presentano i suoni autentici dalla libreria originale Mellotron e Chamberlin (suo predecessore).

Nel caso di Samantha Stella, viene usato sia per aggiungere colori orchestrali chiesastici, sia per creare delle tessiture “spettrali” di sapore vintage, come nell’esecuzione di "Land of Nothing".

 

Ritornando al concerto, la scaletta ha visto la riproduzione nella stessa sequenza dei brani contenuti nell’ultimo album, conseguentemente, come già indicato nella recensione sopra citata, anche dal vivo i preferiti dal sottoscritto rimangono la già citata "Land Of Nothing", e la suggestiva (per sola voce e chitarra acustica) "Mountain of Sin".

Altro zenith concertistico è stata l’esecuzione di "There Is No End"; il concerto si è quindi concluso con "Until the Light Of Heaven Comes", e, come commiato finale, "Angelene’s Desert", ovvero l’ultimo brano del secondo album Tales of Faith and Lunacy (quello con la copertina con la Madonna dei Sette Dolori) pezzo oramai storico di Nero Kane.

Sotto questo profilo devo sinceramente riconoscere che, a differenza di quanto da me indicato nel corso dell’intervista in relazione al riecheggiare di sonorità neo-folk nella musica di Nero Kane, l’esecuzione del disco live ha confermato quanto indicato da Marco in merito alle influenze musicali in cui si riconosce.

La dimensione live, difatti, lascia emergere con maggiore evidenza quegli aspetti blues e country (vedi i citati John Lee Hooker, Robert Johnson o RL Burnside, e Johnny Cash o Townes Van Zandt) che vengono “miscelati” dimensione dark o gotica, che determina la specifica amalgama musicale di Nero Kane, i quali, dal vivo, risultano avere un impatto maggiormente “sonico” rispetto alle incisioni.

In conclusione, esiste un’area musicale riconducibile al gothic-folk di matrice italica che merita uno spazio importante non solo a livello nazionale (nel prossimo anno NK sarà impegnato in una serie di date europee, come già fatto nel recente passato) e di cui Nero Kane è uno degli alfieri (ovviamente in nero).

 

 

Photo credits: Rachele Salvioli