Spigolatura, forma derivata dal predicato verbale spigolare, ovvero la ricerca nel campo, dopo la mietitura, delle spighe non raccolte; in senso figurato: la ricerca minuziosa di cose rimaste in giro, qua e là, che meritano di essere raccolte e non disperse.
Una rubrica dove potrete trovare non dei dischi minori, ma dischi che per svariati motivi, ritardo nella scoperta, passa parola un pochino lungo, poco tempo a disposizione, formati di pubblicazione inusuali (7 o 10 pollici, formato negletto ma bellissimo), passione scoppiata in ritardo, e via dicendo, non hanno trovato lo spazio che avrebbero comunque meritato al momento della pubblicazione.
Una recensione minimale, tre, quattro, paragrafi in tutto, per, come dicono gli inglesi, racchiudere in una nutshell il mood della release e solleticare una curiosità nel lettore.
Questo numero prende spunto dalle varie rubriche di letture estive; una serie di dischi che, per una ragione o per l’altra, non hanno trovato posto nel tirannico tempo dettato per le recensioni, vengono qui recuperati per non essere posti in un immeritato oblio.
Poiché concordo con chi ha sostenuto che la vera natura dell’uomo si vede nell’utilizzo del proprio tempo libero; se possono essere dati dei suggerimenti in merito a cosa leggere, perché non anche agli ascolti?
Buona estate.
AMBIENT (in progressione: da tinte light a tinte dark)
Matteo Cantaluppi
Inequal
2025 (Cassis Records)
Matteo Cantaluppi (facente parte anche del collettivo PCM, vedasi recensione qui) è un produttore, patron dell’etichetta Cassis Records (che ha pubblicato l’ultimo bel disco di Angelo Trabace, vedasi qui) nonché, last but not least, musicista innamorato di una ambient-drone eterea e fluida.
Accordato a 432 Hz, la cosiddetta accordatura “aurea” rispetto alla usuale frequenza a 440 (su cui, come sull’accordo a 40 hz, prima o poi mi deciderò a scrivere) l’ascolto genera uno stato di rilassamento e di meditazione.
Provare per credere.
Sara Persico
Sphaîra
2025 (Multiverse Media Publishing)
Sara Persico, italiana residente a Berlino, ha creato un album basato su field recordings registrati all'Experimental Theatre di Tripoli, uno spazio espositivo rimasto incompiuto dopo la guerra civile scoppiata nel 1975, altresì dichiarato quale sito rientrante nel Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO.
L'album presenta una dark drone ambient con sussurri, suoni oscuri, sibili sinistri e screpolii metallici.
Per gli amanti della cosiddetta “grey area”: merita un ascolto.
Tarnished
Movement
2025 (arrhythNia records)
Tarnished, al secolo il milanese Marco Da Rold, pubblica questo dischetto che si compone di due Moviment indicati genericamente col numero 1 e 2.
Se volessimo fornire delle coordinate stilistiche si potrebbe citale le produzioni Cold Meat Industry di fine ottanta-inizi novanta.
Su di un fondo di tastiere e tappeti percussivi (in alcuni punti memori della musica cosmica, in altri più industrial, in altre ancora con sampling di venti e sonorizzazioni ambientali) si sviluppano delle folate gelide e tenebrose.
Ho scritto già altre volte sulla musica dark ambient su Loudd in una pletora di uscite, quindi non mi dilungo: un dischetto ben realizzato che troverà spazio sugli scaffali degli amanti del genere, nonché ovviamente per i curiosi o per chi vuole iniziare.
LIBRARY – COLONNE SONORE (immaginarie e non)
Azzurro 80
Flshback
2025 (Four Flies Records)
Qui il panorama cambia di molto e molto dirà a chi ha vissuto gli anni Ottanta, quelli dell’estate al mare con pochi soldi, il juke box, le sale giochi, le scritte flou e, soprattutto, dal lato musicale, le tastierone analogiche, clap hands e le prime programmazioni di drumming.
Poi, certo, esisteva il lato notturno e oscuro dell’epoca, non erano di certo tutte rose e fiori, ma per una volta, ricordiamoci del lato easy e commerciale: i succhi Billy, le bevande Weight Watchers della Misura, la One O One della San Pellegrino e la catena Burghy creata dai Supermercati GS per far concorrenza a McD (poveri ingenui) e, per finire, un’icona: Jane Fonda che, avendo già capito il futuro, dalla mise seducente di Barbarella passa al body e calzettoni dell’aerobica).
DARKWAVE e dintorni
Pale Blue Dot
(h)eart(h)
2025 (Autoproduzione)
Se non proprio il lato oscuro degli eighties, diciamo che i Pale Blue Dot si pongono in quella zona che nelle discoteche dell’epoca tracciava il confine tra suoni ballabili e quelli più oscuri (che, di solito, venivano proposti nel palinsesto delle discoteche dell’epoca diciamo non proprio in orari di frequentazione massima).
Poco male. Questi ragazzi “cresciuti” suonano un mix chitarristico anni Ottanta/Novanta che piace e con un “tiro” che muove anche a danzare.
7 brani per 35 minuti, senza passi falsi e con le chitarre sempre in primo piano.
E per chi ha la curiosità di sapere le ragioni del nome della band, un piccolo suggerimento (desumibile anche dalla cover del disco): Carl Sagan.
Kriptasthesie
Make’Em Fall / Elsewhere
2025 (Onde Italiane)
Nel lontano 1987 acquistai per la cifra di 5.500 Lire una cassetta di un oscura band di Lecco (mi pare di ricordare più esattamente di Valmadrera) intitolata Any water Knows, il cui sound era un mix di post punk (io ci sentii echi di Bauhaus soprattutto nell’uso della voce), sonorità di psichedelica deep, con un tocco di progressive.
Onde Italiane (su licenza Cherry Red Records) nella sua meritoria attività di riscoperta di “perle minori” degli anni 80 italiane, propone oggi su 7 pollici due brani tratti dalla cassetta in oggetto.
Non solo per nostalgici.
CLASSICA CONTEMPORANEA
Alexander Knaifel
Chapter Eight
2025 (ECM New Series)
La musica sacra moderna trova(va) in Alexander Knaifel un altro dei suoi grandi protagonisti. Dopo studi di violoncello, anche con Mitoslav Rostropovich, come altri musicisti di area russofona e baltica di avanguardia (Arvo Part su tutti) si convertì alla religione ortodossa.
La sotto etichetta della notissima label ECM New Series, ha editato alcune sue opere.
Un dialogo tra violoncello e tre cori disposti a croce, che trae ispirazione su alcuni versetti del canto VIII del Cantico dei Cantici (da qui il titolo del disco).
Lasciate fluire tempo e spazio…
CLASSIC ROCK
Roy Head
Last Time Round
2025 (Wild Honey Records)
Roy Head, sopranominato il “James Brown bianco”, venuto a mancare nel 2020, sopravvive in questo disco bellissimo disco anche grazie a Deniz Tek (uno dei leader del grandissimo aussie group Radio Birdman) e alla “nostrana” Wild Honey Records.
Un disco senza tempo per chi ama la musica americana: rock, blue eyes soul (ovvero il soul “bianco”), R&B, che dire? Da ascoltare ed amare: questa è l’America che ci piace.
Per levarmi d’impaccio dallo scegliere il pezzo con video propongo Treat Her Right, brano utilizzato da Quentin Tarantino nel suo film: C’era una volta Hollywood.
MODERN CLASSICAL
Cleo T
Des Forets et des Reves
2025 (Moonflowers/Budde Music)
Persa l’esibizione al Piano City Milano 2025 dovuta all’orario dell’esibizione (mezzanotte!), eccomi al recupero di questo album che merita più di un ascolto.
Proprio l’orario del concerto diventa un elemento individuante del sound di questo disco.
Un melange sonoro (voce, piano, theremin) che non può che definirsi mesmerico, onirico; un blend sinuoso che piacerà alla pari sia agli amanti della etichetta 4AD, che ai cultori dei soundtrack di David Lynch (RIP).
Yann Tiersen
Rathlin from a distance I The liquid hour
2025 (Mute Records)
Il musicista bretone, sulla falsa riga del precedente progetto Kerber (vedasi recensione qui), propone un doppio album dove, ad un disco fondamentalmente di piano solo, ne abbina un altro dove trovano spazio sia la voce (in alcuni brani) sia un armamentario vario di strumentazione elettronica.
La poetica di Tiersen trova sempre lo scrivente pronto ad accoglierla; il gusto porta poi, tra i due dischi, a propendere per quello pianistico, ma ognuno è libero di scegliere quello che più gli si confà.
PUNK FILOSOVIETICO (retroattivo?)
Collettivo Rivoluzionario Protosonico
Al diavolo
2025 (TnP Records)
Dell’importanza dei CCCP negli ultimi anni (ovvero dalla discussa reunion) avrete letto fiumi di inchiostro (compresa qualche stilla dello scrivente): basti pensare che Loudd ha dedicato ben due live report all’ultimo (?) tour del collettivo emiliano (live report Roma e live report Legnano). Ritengo anche giustamente, vista l’importanza storico-musicale del gruppo in questione.
Ma per chi si aspetta(va) dei nuovi brani? In carenza degli originali, ecco il Collettivo Rivoluzionario Protosonico. Una miscela dei CCCP (l’uso della voce è Ferrettismo puro) con uno spruzzo di Offlaga Disco Pax e un retrosapore post punk anni Ottanta.
Mi riesce difficile commentare questo disco, un sentimento ambivalente mi prende: lode al passato (oramai trapassato remoto?) o che cosa?
Ascoltateli e decidete voi.