Review
The Linda Lindas, Growing Up – Il Disco della Settimana
La prova che il vero spirito del punk non è morto è qui: si chiama The Linda Lindas. Sembra incredibile, ma è tutto vero. "Growing Up" non è solo uno dei dischi punk dell’anno, ma una delle ragioni per cui si può affermare che il punk, nel suo senso più puro, continuerà a vivere ancora a lungo.
di Laura Floreani
https://www.loudd.it/recensione/growing-up/the-linda-lindas_6665
Fabri Fibra, Caos
Caos è scritto molto bene ed è un disco molto rap, in cui non manca qualche pecca, ma che riesce perfettamente nel suo intento principale: rimettere Fabri Fibra al centro della scena rap italiana dopo cinque anni di silenzio.
di Cristiano Carenzi
https://www.loudd.it/recensione/caos/fabri-fibra_6661
Rastroni, Anime da frutto
Nato dalla mente del musicista e matematico barese Antonio Rafaschieri, Anime da frutto ad un primo ascolto si presenta curatissimo e certosino, ma in un certo senso anche parziale. Un’alternanza di sensazioni, picchi e appiattimenti, un “gentile delirio” che risulta ben fatto anche se non di facile comprensione.
di Daniele Catalucci
https://www.loudd.it/recensione/anime-da-frutto/rastroni-_6653
Johnny Marr, Fever Dreams Pts. 1-4
Un disco all'apparenza confuso e squilibrato, che, ascolto dopo ascolto, si trasforma, palesando la sua vera natura di opera omnia, coinvolgente, ricca di idee e di ganci melodici.
di Nicola Chinellato
https://www.loudd.it/recensione/fever-dreams-pts-1---4/johnny-marr_6601
Diablo, When All The Rivers Are Silent
27 anni di carriera, 22 dal primo album e 7 dal loro ultimo. I Diablo possono essere riconosciuti come uno dei nomi più importanti nella scena metal finlandese e, con l’odierno When All The Rivers Are Silent, il quartetto di Kalajoki non solo non perde nemmeno un grammo del suo smalto, ma raggiunge un livello di maturazione eccellente.
di Stefano Valli
https://www.loudd.it/recensione/when-all-the-rivers-are-silent/diablo_6627
Making Movies
Gabriele Mainetti, Lo chiamavano Jeeg Robot
È un film di rottura questo Lo chiamavano Jeeg Robot, importante come conferma che i generi anche da noi si possono fare e pure bene.
di Dario Lopez
https://www.loudd.it/recensione/lo-chiamavano-jeeg-robot-/gabriele-mainetti_6666
Gabriele Mainetti, Freaks Out
Il cinema italiano ha bisogno di gente come Gabriele Mainetti, un ambizioso innamorato della settima arte che non si lascia imbrigliare dalla difficoltà del "fare cose" in Italia. Con Freaks out riesce a raggiungere quel senso di genuina meraviglia che sanno far nascere le favole, ma essendo molto meno pudico dei colleghi d'oltreoceano.
di Dario Lopez
https://www.loudd.it/recensione/freaks-out-/gabriele-mainetti_6667
Speaker’s Corner
Le interviste di Loudd, Due chiacchiere con... Tin Woodman
I Tin Woodman sono una delle tante prove dell’esistenza, nel nostro paese, di un sottobosco straordinariamente vivo di band che propongono semplicemente la loro musica, fregandosene dei trend imperanti.
di Luca Franceschini
https://www.loudd.it/recensione/due-chiacchiere-con----tin-woodman/le-interviste-di-loudd_6652
ReLoudd
Freddie King, Live in Europe-Hamburg & Bremen 1975
C’era una volta un Re, un Re della chitarra, che ha appassionato e fatto innamorare dello strumento un numero indescrivibile di ragazzi, alcuni diventati poi incredibili musicisti virtuosi grazie al suo esempio. Dal trio delle meraviglie Beck, Clapton, Page ai fratelli Vaughan e Robben Ford, passando per gruppi fedeli al blues come Led Zeppelin e Allman Brothers Band, fino a band quasi insospettabili come Grand Funk Railroad e Creedence Clearwater Revival. Tutti, e parecchi altri, solo per lui, l’inimitabile Freddie King, impeccabile in studio e poderoso “on stage”. Riviviamo proprio uno dei suoi ultimi live, durante il tour in Europa del 1975, per non dimenticare una storia di fatica e sacrifici, che l’ha portato a essere un riferimento per chiunque abbia deciso di avventurarsi nel mondo delle sei corde.
di Alessandro Vailati
https://www.loudd.it/recensione/live-in-europe-hamburg--e--bremen-1975/freddie-king_6607
Tracks
The Smiths, “Panic”
Due minuti e venti secondi di leggerissimo jangle pop, che scatenarono numerose polemiche a causa di un testo accusato di razzismo.
di Nicola Chinellato
https://www.loudd.it/recensione/panic/the-smiths_6603